48 views 3 mins 0 comments

Crescita delle Quotazioni del Petrolio: Come le Sanzioni Incidono su Benzina e Gasolio

In ECONOMIA
Gennaio 14, 2025

L’inizio del 2025 segna un nuovo capitolo nell’andamento del mercato del petrolio, con un visibile incremento delle quotazioni del Brent che hanno recentemente superato gli 81 dollari al barile, un picco che non si registrava da fine agosto dell’anno precedente. L’Unione Nazionale Energia Mineraria (Unem) sottolinea questa tendenza, che prende le mosse già dai mesi finali del 2024, riflettendo una complessa congiuntura geopolitica ed economica.

La molla principale di questo incremento è individuabile nelle ultime sanzioni imposte dal governo degli Stati Uniti alla Russia, che hanno colpito principalmente le compagnie petrolifere come GazpromNeft e Surgutneftegaz, ma anche una vasta flotta di 183 petroliere. Queste ultime, denominate spesso ‘fantasma’, hanno costituito fino ad ora un metodo efficace per la Russia di bypassare le sanzioni precedenti e di mantenere elevati i propri introiti. Le nuove restrizioni si stima possano influenzare circa 1,5 milioni di barili di petrolio al giorno, destinati principalmente verso mercati asiatici come la Cina e l’India, che ora si trovano di fronte a costi e rischi notevolmente aumentati.

Questa situazione si complica ulteriormente con la rivelazione di una diminuzione della produzione di petrolio da parte sia dei Paesi membri dell’OPEC che della Russia nel dicembre 2024. Questa contrazione dell’offerta ha ulteriormente accentuato la pressione sulle quotazioni del petrolio.

Non sorprende, quindi, che tali dinamiche abbiano ripercussioni dirette sul mercato dei prodotti raffinati, in particolare benzina e gasolio. Questi ultimi, dall’inizio dell’anno, hanno registrato un rialzo di circa 6 centesimi di euro al litro. Circa un terzo di questo aumento è attribuibile alle fluttuazioni del tasso di cambio, con l’euro che ha mostrato una debolezza progressiva rispetto al dollaro nel corso degli ultimi mesi.

È interessante notare come, malgrado l’incremento del costo in euro per litro sia meno marcato rispetto allo scorso anno, i prezzi in dollari per tonnellata rimangano elevati. Questa differenza è evidente se si confrontano i dati attuali con quelli del gennaio 2024, dove un cambio più favorevole (1,09 rispetto all’1,02 attuale) ammorbidiva l’impatto sulle tasche dei consumatori europei.

Questo scenario solleva questioni fondamentali sul piano energetico globale, sottoponendo i mercati internazionali a sfide sempre più complesse. L’orientamento verso altre fonti energetiche e regioni geopoliticamente più stabili potrebbe rivelarsi una necessità ineludibile, in un periodo in cui la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la stabilità dei suoi costi diventano sempre più critici.

In conclusione, le evoluzioni del mercato del petrolio e degli idrocarburi non sono solo una questione di cifre e politiche commerciali, ma rappresentano un barometro più ampio che misura la temperatura delle relazioni internazionali e l’impatto delle scelte politiche sulla vita quotidiana dei cittadini e delle economie globali. Nel mentre, osservatori e consumatori rimangono vigili sugli sviluppi futuri, conscio che ogni variazione di prezzo ha il potere di influenzare l’economia a livello mondiale.