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Crisi senza precedenti in Terra Santa: il Vicario denuncia lo stato di guerra globale

In POLITICA
Ottobre 02, 2024

In un’esclusiva intervista concessa all’ANSA, padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, descrive con toni allarmanti la situazione attuale a Gerusalemme e nei territori limitrofi, colpiti da una violenta escalation di ostilità. Definendo il contesto attuale come “una terza guerra mondiale”, il frate francescano esprime un profondo disagio di fronte agli eventi che stanno sconvolgendo la regione.

Da trentacinque anni residente in Terra Santa, padre Ibrahim ha assistito a numerosi periodi di tensione. Tuttavia, riferisce che mai come in quest’occasione la situazione è apparsa così critica. Martedì scorso, il giorno che il vicario segnala come particolarmente drammatico, ha visto Gerusalemme e Betlemme rivestite di un silenzio oppressivo dovuto alla chiusura delle scuole e alla desertificazione delle strade, dove il timore ha preso il sopravvento.

“Stavamo sotto i missili, e la paura era palpabile ovunque,” disse padre Ibrahim, rivelando che il terrore non risparmia nessuno, indipendentemente dalla fede religiosa. La comunità cristiana, così come quelle ebraica e musulmana, vivono giorni di angoscia. Il vicario riporta anche il commovente episodio di un giovane ragazzo musulmano che, in preda alla disperazione, si è rivolto a lui chiedendogli: “Dove è Dio in tutto questo?” Una domanda sfidante, a cui padre Ibrahim ha risposto con una rassicurazione sulla presenza divina, anche nelle circostanze più tragiche.

Nel corso dell’intervista, padre Ibrahim ha fatto anche riferimento ai tragici aggiornamenti provenienti da Gaza, dove si contano altre vittime civili, e dal Libano, dove i frati francescani sono stati costretti ad abbandonare il convento di Tiro, divenuto troppo pericoloso a causa degli attacchi frequenti. Questo conflitto, caratterizzato da ritorsioni e avversioni radicate, sta destabilizzando non solo Israele, la Palestina e il Libano, ma influenzando l’intera dinamica geopolitica della regione.

L’appello di padre Ibrahim è un grido di pace che si solleva forte in questi giorni di commemorazione e preghiera dedicati a San Francesco, il santo patrono della pace, la cui festa si celebra il 4 ottobre. La speranza del vicario è che tale data possa segnare una svolta verso la cessazione delle ostilità.

Concludendo la sua intervista, il vicario esprime una sorta di ultimatum ai leader mondiali: è necessario agire, e subito, per porre fine a questa “guerra di vendetta e odio”. La comunità internazionale è chiamata a rivedere le proprie strategie diplomatiche e ad intervenire con decisioni concrete per ripristinare la sicurezza e la pacificazione in una regione troppo a lungo martoriata da conflitti incessanti.

Questa testimonianza diretta dal cuore di una delle aree più turbolente del globo rafforza la necessità di una riflessione profonda e di un’azione risolutiva. La pace sembra lontana, ma le voci come quella di padre Ibrahim continuano a tracciare un percorso di speranza attraverso il buio dell’attuale crisi geopolitica.