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Decelerazione Economica e Tensioni Commerciali: l’Europa sotto Pressione

In ECONOMIA
Gennaio 03, 2025

Nelle recenti sessioni di borsa, i mercati finanziari dell’Europa mostrano segnali di tensione, riflettendo le preoccupazioni globali riguardo l’andamento economico della Cina e le incognite politiche commerciali scaturite dalle decisioni del governo americano. Questi elementi hanno generato un clima di incertezza, influenzando negativamente gli indici principali.

Il rallentamento della crescita economica cinese sta diventando un tema dominante tra gli investitori internazionali. Le ripercussioni di questo fenomeno non si limitano solo al gigante asiatico, ma si estendono a livello globale, impattando direttamente le performance delle borse europee. È palpabile la preoccupazione che un’ulteriore decelerazione possa trascinare verso il basso anche le economie più stabilite.

Nel panorama commerciale, gli occhi sono puntati sulle future mosse dell’amministrazione di Donald Trump relativamente agli imposizioni tariffarie, un tema che ha già dimostrato in passato di poter destare turbolenza sui mercati. In tale contesto di incertezza, la politica monetaria delle banche centrali viene osservata con estrema attenzione, nella speranza che possa fornire qualche forma di stabilità o stimolo economico.

Dal punto di vista valutario, si osserva un consolidamento del dollaro nei confronti dello yuan cinese, mentre l’euro mostra una quotazione di 1,0285 rispetto al dollaro statunitense. Questo rafforzamento del dollaro rappresenta una faccia della medaglia che vede, dall’altro lato, una pressione crescente sulle valute dei mercati emergenti.

L’indice Stoxx 600, che aggrega 600 delle principali aziende europee, ha registrato una leggera flessione dello 0,1%. In particolare, i mercati di Parigi e Francoforte hanno mostrato cali più significativi, rispettivamente di -0,64% e -0,3%. Londra e Madrid, invece, hanno registrato variazioni minime.

Il settore del lusso e dell’automobile riportano perdite rispettivamente dell’1,2% e dell’1%, sottolineando la vulnerabilità di questi settori a scossoni economici e politici. Al contrario, l’energia sembra reggere meglio le incertezze, con una lieve progressione dello 0,6%, nonostante una diminuizione dei prezzi del petrolio: il WTI è sceso dello 0,4% attestandosi a 72,80 dollari al barile e il Brent a 75,61 dollari, con una flessione paragonabile.

I settori bancario e assicurativo hanno mostrato una modesta crescita, rispettivamente di 0,2% e 0,3%. Anche le utility hanno avuto una performance positiva dello 0,3%, mentre il mercato del gas naturale rimane altamente volatile.

I rendimenti sui titoli di Stato sono rimasti sostanzialmente invariati, con lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi stabile a 116 punti base. L’oro, tradizionalmente rifugio in tempi di incertezza, ha visto un incremento dello 0,5%, raggiungendo i 2.656 dollari l’oncia.

Di fronte a questo scenario di sfide e incertezze, gli investitori dovranno navigare con prudenza, tenendo gli occhi aperti su segnali di stabilizzazione o ulteriori turbolenze, guidati da una sorveglianza attenta delle politiche economiche e delle dinamiche di mercato. In questo contesto, la capacità di adattamento e reazione sarà cruciale per salvaguardare gli investimenti e capitalizzare eventuali opportunità che potrebbero emergere da questi periodi di volatilità.