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Declino dell’epidemia di bostrico in Trentino: una svolta verso il rimboschimento

In ECONOMIA
Ottobre 11, 2024

La regione del Trentino sembra aver superato il culmine dell’epidemia di bostrico che ha devastato vasti settori del suo patrimonio forestale. Nonostante l’apparente miglioria, l’attenzione dei responsabili delle politiche ambientali e forestali non vacilla, puntando sempre più su un approccio proattivo che vede nel monitoraggio continuo e nelle misure preventive le chiavi per una gestione sostenibile del fenomeno.

Recentemente, la Giunta provinciale ha approvato un nuovo piano strategico proposto dall’Assessore alle Foreste Roberto Failoni, delineando gli interventi di utilizzazione fitosanitaria e rimboschimento necessari a rivitalizzare le aree colpite. Il piano s’incentra sull’implementazione di tattiche di contenimento precise e sull’introduzione di circa 450.000 piantine ogni anno, con l’obiettivo di restituire vitalità agli ecosistemi compromessi.

Nonostante una riduzione significativa del volume degli alberi danneggiati — da 1,5 milioni di metri cubi durante il biennio 2022-2023 a circa 0,6 milioni nel periodo 2023-2024 — l’allerta non è ancora cessata. Si stima infatti che 107 delle 442 unità catastali della provincia di Trento rimangano ad alto rischio. La nuova mappatura rischio-comune indica che mentre 34 comuni hanno visto una diminuzione del pericolo (classificati ora a rischio basso), altri 43 rimangono in una fascia di rischio da medio a elevato.

Questa prevalenza dei danni si concentra specialmente nell’area orientale di Trentino, già fortemente provata dal ciclone Vaia nel 2018. Vaia non solo ha lasciato una scia di distruzione immediata, ma ha anche creato condizioni propizie per la proliferazione del bostrico, esacerbando ulteriori problemi idrogeologici nelle zone colpite.

L’impatto dell’epidemia di bostrico e degli eventi climatici estremi su diversi bacini idrografici è stato, inoltre, oggetto di recenti aggiornamenti. La percentuale di aree forestali gravemente danneggiate aumenta significativamente in certi bacini: per esempio, l’area danneggiata nell’Avisio è cresciuta dal 13% al 15,5%, e nel Vanoi dall’8% al 9,6%. Tali modifiche incidono direttamente sulla gestione delle risorse idriche e sulla prevenzione dei rischi geologici, come frane e alluvioni, dimostrando quanto sia vitale una gestione forestale attenta e una rapida risposta ai cambiamenti ecologici.

Questa strategia integrata di monitoraggio, prevenzione e intervento, oltre a canalizzare risorse nel rimboschimento, pone una notevole enfasi sulla resilienza ambientale e sulla necessità di un impegno collettivo per il mantenimento della biodiversità e la protezione del paesaggio alpino. Con il piano attualmente in atto, il Trentino si sta muovendo non solo verso la guarigione delle sue foreste, ma anche verso un futuro più sostenibile e consapevole delle interazioni tra attività umane e dinamiche naturali.

In conclusione, benché la situazione di emergenza causata dal bostrico sembri attenuarsi, il percorso per un completo ripristino dell’equilibrio ecologico in Trentino rimane impervio e richiede un impegno incessante. Le politiche attuate finora dimostrano una consapevolezza crescente delle sfide poste dal cambiamento climatico e dalla gestione sostenibile delle risorse naturali, tracciando così una strada da seguire anche per altre regioni confrontate con problemi analoghi.