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DeepSeek sotto la lente: il Garante per la Protezione dei Dati Interviene

In POLITICA
Gennaio 28, 2025

In un’epoca dominata dall’evoluzione digitale, la sicurezza dei dati personali è diventata una priorità assoluta per enti governativi e istituzioni di regolamentazione a livello globale. Recentemente, il Garante per la protezione dei dati personali in Italia ha sollevato preoccupazioni riguardanti il trattamento dei dati degli utenti da parte di DeepSeek, un noto servizio di chatbot sviluppato dalle società cinesi Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence.

L’azione del Garante giunge nel contesto di un uso sempre più diffuso della piattaforma DeepSeek, sia web che mobile, che ha suscitato interrogativi riguardo la sicurezza e la privacy dei dati degli utenti italiani. L’Autorità ha quindi richiesto a tali società di fornire dettagli cruciale relativamente alla raccolta, alla gestione e alla conservazione dei dati personali.

Il cuore delle preoccupazioni del Garante si focalizza su più fronti: quali tipologie di dati personali vengono raccolti da DeepSeek, le fonti da cui questi dati sono derivati, gli scopi per cui vengono trattati, e non da ultimo, la legalità di tale trattamento. Una questione di particolare rilievo è il luogo di conservazione dei dati: emergono dubbi riguardo al fatto che tali dati possano essere immagazzinati su server situati in Cina, il che solleva questioni di sovranità e protezione in caso di accesso da parte delle autorità locali.

Altra area di indagine concerne il metodo utilizzato per alimentare l’intelligenza artificiale dietro al chatbot. Specificamente, le autorità vogliono chiarimenti sulle informazioni utilizzate per addestrarlo e se queste derivino da pratiche controverso come il web scraping, una tecnica attraverso cui si estraggono grandi quantità di dati da siti web, spesso senza il consenso degli utenti.

Il Garante ha inoltre messo in evidenza la necessità di trasparenza verso gli utenti, sia iscritti che non, in merito alle modalità di trattamento dei loro dati personali. In particolare, si richiede che venga garantita una comunicazione chiara e comprensibile riguardo a come e perché i loro dati vengono utilizzati.

Le due aziende al centro dell’indagine, Hangzhou DeepSeek e Beijing DeepSeek, hanno ora un termine di 20 giorni per rispondere alle richieste del Garante. La risposta sarà fondamentale per definire le future azioni dell’Autorità e potrebbe avere implicazioni significative non solo per le pratiche operative delle due società, ma più in generale per l’approccio europeo alla protezione dei dati in contesti globalizzati e digitalizzati.

Di fronte a questi sviluppi, si pone l’accento sul delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e diritti alla privacy. La situazione di DeepSeek rappresenta un ulteriore capitolo nella continua sfida di proteggere i dati personali in un mondo dove le barriere geografiche sono sempre più labili, e dove le aziende tecnologiche devono navigare attraverso un intricato reticolo di normative nazionali e internazionali.

In conclusione, questo intervento del Garante per la protezione dei dati personali ci ricorda l’importanza del costante aggiornamento delle normative in materia di privacy, specie in un’era di crescita esponenziale delle capacità di raccolta e analisi dei dati. Gli esiti di questa interlocuzione saranno decisivi per stabilire non solo il futuro operativo di DeepSeek in Italia, ma anche per influenzare il dibattito più ampio sulla protezione dei dati in Europa e nel mondo.