
L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel tessuto industriale italiano ha registrato nel 2024 un impetuoso incremento, segnando una crescita del 71% rispetto all’anno precedente. Questo salto quantitativo riflette una trasformazione sostanziale nel modo in cui le imprese nazionali apprezzano e implementano le tecnologie avanzate. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, l’adozione dell’IA non è solo una prerogativa delle grandi realtà aziendali ma sta diventando una componente critica anche per le PMI, particolarmente quelle con un numero di dipendenti tra 50 e 99, dove si evidenzia un aumento dall’5,6% al 14%.
Il dato, tuttavia, che balza agli occhi è il fervore con cui l’IA generativa ha trovato spazio nelle applicazioni industriali, con un’esplosione del 163,5% in un solo anno, dimostrando un’attrattiva crescente per soluzioni capaci di generare nuovi contenuti, idee o dati basati su modelli preesistenti. Questo contrasta fortemente con l’incremento molto più modico dell’utilizzo dell’IA per la movimentazione delle macchine, ferma al 3,7%. Tali cifre indicano una priorità chiara verso l’innovazione nei processi piuttosto che nell’automazione pura.
Nonostante queste crescite numeriche, l’Italia si posiziona ancora al di sotto della media europea, che si attesta al 13,5%. Nel 2024, la percentuale di imprese italiane con almeno 10 dipendenti che utilizzano tecnologie basate sull’IA è dell’8,2%. Ciò suggerisce la necessità di un ulteriore impulso per colmare questa lacuna nel contesto europeo.
Dal punto di vista settoriale, i campi dell’informatica, delle telecomunicazioni e dell’audiovisivo mostrano i maggiori tassi di adozione. In particolare, il settore informatico ha visto un impressionante aumento, passando dal 23,6% al 36,7%, seguito da telecomunicazioni e industrie creative, con incrementi significativi che riflettono una tendenza all’adozione di tecnologie innovative per rimanere competitivi e rispondere più efficacemente alle esigenze del mercato.
Geograficamente, la distribuzione delle imprese che incorporano l’IA è maggiormente concentrata nel nord Italia, con un 63% del totale. La Lombardia da sola rappresenta un quarto di questa percentuale, seguita da Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Campania, Piemonte e Toscana.
Il quadro che emerge da queste statistiche è uno scenario di energica evoluzione, dove l’Intelligenza Artificiale inizia a essere percepita non solo come uno strumento per l’efficienza, ma come un asset strategico per l’innovazione e il rafforzamento competitivo. Tuttavia, la sfida per il sistema industriale nazionale rimane quella di accelerare questa integrazione, ampliando gli orizzonti verso una completa trasformazione digitale che possa equiparare, se non superare, la media europea. In questo contesto, il ruolo delle politiche di incentivo e di formazione sarà cruciale per stimolare una diffusione capillare dell’IA, soprattutto nelle realtà aziendali di minor dimensione che costituiscono il tessuto produttivo del paese.