Nel venerabile Palazzo Koch, sede storica della Banca d’Italia, Fabio Panetta ha compiuto i primi passi di un’esordio cruciale carico di aspettative e responsabilità. Dopo aver assunto la posizione di Governatore lo scorso novembre, oggi affronta un momento significativo che segnerà il suo percorso all’interno dell’istituzione: il discorso delle considerazioni finali. Quest’appuntamento rappresenta una delle poche occasioni in cui il Governatore ha la possibilità di esprimere in maniera estesa la sua visione e le direttive future dell’ente.
L’evento, più che mai carico di simbolismo, cade in una settimana decisiva, segnata dalle elezioni europee che determineranno i nuovi assetti dell’Unione Europea. Il discorso di Panetta non mancherà di toccare le tematiche più scottanti e cruciali come l’integrazione europea, la politica dei bond comuni, la difesa comune, l’indipendenza energetica e la gestione dei flussi migratori, essenziali per rispondere all’invecchiamento demografico del continente.
La visione di Panetta sull’Europa, chiaramente espressa nei suoi recenti interventi, è quella di una maggiore unione. Questo attribuisce al suo mandato un peso specifico, soprattutto considerando che era stato in precedenza etichettato, da alcuni, come sovranista — una descrizione che poco si addice al suo percorso professionale e alle sue dichiarazioni pubbliche. Collaboratore fedele di Mario Draghi e membro del board della BCE per anni, Panetta ha sempre dimostrato una ferma convinzione nei benefici dell’integrazione europea e dell’euro.
Sullo sfondo economico, il dialogo tra la Banca d’Italia e il comparto bancario del paese è stato costante, soprattutto durante gli ultimi confronti, incluse le discussioni al recente G7 di Stresa. Nonostante la durezza della vigilanza, il sistema bancario italiano viene descritto in salute, un risultato ottenuto anche grazie a tassi di interesse elevati, che tuttavia sono destinati a diminuire. Panetta ha chiarito che, nonostante il corrente stato positivo, le banche non devono abbassare la guardia, conducente alla decisione di istituire una riserva macroprudenziale di capitale per mitigare eventuali future crisi.
Queste posizioni trovano un terreno comune con quelle del governo italiano in carica, malgrado la presenza di correnti anti-euro e anti-UE all’interno della maggioranza. Il tema Superbonus ne è un esempio emblematico: sebbene la Banca d’Italia abbia apprezzato l’arresto del meccanismo, ha messo in guardia sul rischio di accumulo di crediti, suggerendo un’eliminazione anticipata del beneficio se le restrizioni non dovessero funzionare.
Il discorso di Panetta si presenta, dunque, come un appello a un approccio equilibrato ma proattivo, mirando a una maggiore collaborazione tra le policy nazionali e gli obiettivi di robustezza finanziaria europea. La riduzione dei tassi, conformemente alla frenata dell’inflazione, sarà una delle prime manovre attuate, con la speranza che questa strategia sostenga ulteriormente la ripresa economica, stimata crescere del 0,6% nel 2024.
L’atteggiamento del Governatore Panetta non è solo un tracciato di linee guida interne, ma si propone anche come un fondamentale punto di riferimento nell’ambito della discussione più ampia sull’avvenire dell’Unione Europea. In questo momento storico, il suo ruolo si rivela ancora più cruciale, fungendo da elemento di bilanciamento tra le esigenze nazionali e gli imperativi di unità e integrazione europea con un occhio di riguardo verso una gestione oculata della politica monetaria.