Nella sessione di chiusura dell’ultima settimana, caratterizzata dagli appuntamenti noti come “Giornata delle Quattro Streghe”, i principali mercati azionari europei e statunitensi hanno manifestato una decelerazione. La peculiarità di questa giornata risiede nella simultanea scadenza di diverse tipologie di strumenti finanziari: futures sugli indici e sulle azioni insieme alle opzioni su di essi. Questa concomitanza di scadenze ha storicamente l’effetto di incrementare la volatilità dei mercati, come dimostrato nelle ultime ore di contrattazioni.
Uno sguardo ai principali indici mostra una flessione generalizzata: la Borsa di Francoforte ha segnato un calo dell’1,25%, mentre quella di Milano ha subìto un decremento simile, pari all’1%. Altri centri finanziari hanno mostrato variazioni leggermente meno accentuate: Parigi ha chiuso in ribasso dello 0,9%, Londra dello 0,85% e Madrid dello 0,43%. Anche al di là dell’Oceano, l’impatto non è stato trascurabile, con il Nasdaq che ha perso lo 0,78%, nonostante il Dow Jones sia rimasto sostanzialmente stabile.
Parallelamente, i mercati delle materie prime hanno subito contraccolpi analoghi, con una diminuzione dell’1% nel prezzo del petrolio WTI, che ora si attesta a 68,74 dollari al barile. Anche il mercato del gas naturale europeo ha visto un declino, con il prezzo al MWh ad Amsterdam che ha sfiorato il ribasso dello 0,3%, posizionandosi a 42,9 euro. Questo movimento segue la decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di non rinnovare l’accordo sul transito del gas naturale con la Russia, un fattore che potrebbe avere ripercussioni sulla sicurezza energetica europea.
Sul fronte valutario, il dollaro americano ha registrato un calo, scambiando a 0,96 euro e 0,79 sterline, mentre il real brasiliano ha mostrato una tenue ripresa.
Nel dettaglio del settore aziendale, è emerso un quadro di generalizzata debolezza. Le aziende del settore dei semiconduttori, come Asml e Infineon, hanno registrato cali significativi. Anche i principali gruppi automobilistici e farmaceutici non sono stati risparmiati, vedendo i loro titoli perdere valore sul mercato.
I titoli bancari hanno seguito un andamento simile, con marcature al ribasso per istituti come Commerzbank, Banco Popolare e Bper, tra gli altri. Queste movimentazioni potrebbero riflettere la reattività del settore finanziario alle incertezze macroeconomiche e ai mutamenti nelle politiche monetarie.
La situazione del debito pubblico italiano mostra, tuttavia, una possibile lucente eccezione in questo scenario di cauta incertezza. Lo spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi è rimasto stabile a 117,4 punti, mentre il rendimento dei titoli di Stato italiani ha evidenziato un lieve calo di 2 punti base, attestandosi al 3,45%.
Queste dinamiche richiamano l’importanza di monitorare da vicino gli sviluppi sui mercati finanziari, pronti a rispondere a cambi di rotta rapidi e spesso imprevisti. Inoltre, l’osservazione continua delle politiche monetarie e fiscali, così come degli sviluppi geopolitici, sarà cruciale per interpretare le future direzioni di questi mercati. Analizzare il comportamento del mercato nelle prossime settimane sarà essenziale per capire se la frenata osservata rappresenti un episodio isolato oppure l’inizio di una tendenza più marcata di raffreddamento economico.