 
  In un avvio di anno carico di aspettative e incertezze, i mercati asiatici hanno mostrato risultati eterogenei nelle ultime sessioni di trading. Dati freschi sulla produzione industriale provenienti dalla Cina hanno suscitato reazioni miste nelle Borse, esacerbando le preoccupazioni per un’economia mondiale ancora in ripresa. Mentre Tokyo rimaneva chiusa per festività nazionali, evidenziando una pausa nelle attività consuete, gli indici cinesi hanno subito una battuta d’arresto.
Il fulcro delle preoccupazioni è l’indice pmi manifatturiero elaborato dall’Ufficio Nazionale di Statistica cinese, il quale ha evidenziato una contrazione, calando a dicembre a 49 punti, inferiore ai 49,6 punti che gli analisti avevano previsto. Tali cifre riflettono una realtà dove il gigante asiatico sta ancora lottando per invertire il rallentamento economico, esacerbato dai problemi derivanti dal settore dei servizi, nonostante un modesto progresso nel settore non manifatturiero, grazie soprattutto al settore delle costruzioni.
Nonostante questo, la giornata non è stata tuttavia priva di vincitori, con Hong Kong, Shanghai e Shenzhen che hanno perso terreno, mentre Seul e Sydney hanno registrato guadagni dello 0,5%. Questo dimostra come la resilienza di alcune economie stia iniziando a risplendere, nonostante gli imprevisti globali.
Spostando l’attenzione su altre classi di asset, il Bitcoin ha fatto un exploit sorprendente, superando la soglia dei 45 mila dollari per la prima volta da quasi due anni, con una crescita del 4,2%. La criptovaluta principale sembra cavalcare l’onda dell’ottimismo grazie al crescente interesse e alle aspettative per l’approvazione da parte della SEC (Securities and Exchange Commission) dei Stati Uniti di un ETF (Exchange Traded Fund) dedicato.
Mentre gli occhi degli investitori globali rimangono puntati sull’evoluzione del mercato cripto, un’altra materia prima richiama l’attenzione: il petrolio. Il WTI (West Texas Intermediate) è cresciuto dell’1,6% raggiungendo 72,8 dollari per barile, e il Brent ha visto un aumento dell’1,9% a 78,5 dollari. Questo si verifica nel contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente, specificamente con l’Iran che invia una nave da guerra nel Mar Rosso, in quel che sembra essere una risposta diretta alle azioni militari statunitensi contro navi Houthi.
Con l’inizio di una nuova settimana, gli investitori si preparano ad affrontare ulteriori dati economici, con indicazioni particolari dai pmi manifatturieri europei e dai dati sull’inflazione di dicembre, che avranno un impatto significativo non solo sui mercati azionari ma anche su quelli delle commodity e delle criptovalute. In tal senso, la volatilità rimane una compagna costante nell’arena finanziaria globale, richiedendo una costante attenzione e reattività da parte degli investitori.

 
  
  
  
           
           
          