
In un panorama globale dove l’interconnessione energetica si rivela sempre più cruciale per la sicurezza e la sostenibilità, l’Italia sta facendo passi decisi verso il rafforzamento dei suoi legami energetici regionali e internazionali. A confermarlo è il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, durante il suo recente intervento a Selinunte (Trapani) nel contesto del quarto Workshop dei Presidenti Medreg, l’Associazione dell’Energia del Mediterraneo.
Il governo italiano è in procinto di completare l’aggiornamento del Piano Nazionale Energia Clima (Pniec), con il quale stabilirà i suoi obiettivi in tema di energia e clima per il 2030. Questo aggiornamento, che segue la versione preliminare consegnata alla Commissione Europea nel luglio del 2023, evidenzia un impegno crescente verso una visone euro-mediterranea nell’ambito delle infrastrutture energetiche.
Un risvolto saliente del piano è il progetto Tunita, concepito per alimentare l’interconnessione sottomarina tra la Tunisia e l’Italia. Quest’opera aspira a migliorare l’integrazione dei mercati dell’elettricità tra l’UE e il Nord Africa, promuovendo uno scambio energetico più fluido e robusto. In parallelo, cresce l’importanza del progetto Sacoi 3 che mira a intensificare i collegamenti già esistenti tra Italia e Francia, avvalorando così l’asse energetico occidentale europeo.
Il Ministro Pichetto ha posto un’enfasi particolare anche su altre iniziative come il raddoppio del collegamento elettrico con il Montenegro, che si prefigge di potenziare gli scambi energetici con i Balcani, e il progetto Medlink. Quest’ultimo si configura come una spina dorsale per il trasporto energetico, con un cavo di trasmissione sottomarino da 4 Gw che connette le nuove aree di generazione rinnovabile in Tunisia e Algeria al Nord Italia, facilitando poi l’esportazione energetica verso il nord Europa, in specifico Austria e Germania.
Un altro elemento di spicco è il Corridoio Sud dell’Idrogeno (SouthH2 Corridor), un’iniziativa che ha visto una recente dichiarazione di intenti firmata tra Italia, Germania e Austria. L’obiettivo è audace: importare 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030 in Europa, creando un asse vitale per la transizione verso una economia a basso tenore di carbonio, con implicazioni dirette sulla riduzione dell’impatto ambientale e sulla promozione delle energie pulite.
Queste iniziative non solo delineano un percorso energetico promettente per l’Italia e per l’Europa, ma sottolineano anche l’importanza di una visione condivisa e di progetti capaci di attraversare confini geografici e politici in nome della sostenibilità energetica. Attraverso tali progetti di interconnessione e le politiche ambiziose del Pniec, l’Italia si propone come fulcro di una rete energetica più integrata e resiliente, evidenziando il proprio ruolo chiave nel dialogo energetico mediterraneo e europeo.
In conclusione, mentre il conteggio alla scadenza finale per la presentazione del piano aggiornato al 2030 avanza, la direzione intrapresa dall’Italia forge un esempio di come cooperazione, innovazione e impegni a lungo termine possano effettivamente plasmare un futuro energetico più sicuro e sostenibile per tutti.