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Il SAP scende in piazza a Grottaglie: “Chi fa il proprio dovere non deve essere messo sotto processo”.

In BASILICATA, POTENZA, REGIONI
Giugno 16, 2025
La mobilitazione del SAP si inserisce in un dibattito più ampio sul bilanciamento tra garanzie per gli operatori di polizia e tutela dei diritti dei cittadini, un tema che periodicamente torna al centro dell’attenzione politica e sociale.

Il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) ha annunciato un sit-in di protesta che si terrà il prossimo 19 giugno davanti al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Grottaglie (Taranto), in segno di solidarietà verso i due agenti finiti sotto indagine dopo l’arresto dei responsabili dell’omicidio di Carlo Legrottaglie, noto come il “fratello di giubba”, vittima di un recente fatto di sangue che ha scosso l’opinione pubblica.  Alla manifestazione parteciperanno i vertici regionali e nazionali del sindacato: i Segretari Regionali di Puglia e Basilicata, Francesco Pulli e Michele Gallucci, il Segretario Generale Stefano Paoloni e il Segretario Nazionale Vito Stasolla. Annunciata anche la presenza delle Segreterie Provinciali del SAP di tutta la Puglia, con una delegazione specifica proveniente da Brindisi.   “Non è ammissibile che chi compie il proprio dovere rischi di vedere la propria carriera bloccata o compromessa da un procedimento penale”, ha dichiarato Michele Gallucci, Segretario Regionale SAP Basilicata. “L’iscrizione nel registro degli indagati – ha spiegato – è tecnicamente un atto di garanzia, ma ciò comporta per i colleghi l’obbligo di affrontare ogni fase dell’indagine con un legale di parte e con tutte le difficoltà che ne derivano, comprese quelle di carattere professionale e personale”.  Il SAP ribadisce di non voler contestare l’operato della magistratura, “che applica correttamente la legge”, ma chiede un intervento della politica per modificare la normativa vigente. In particolare, il sindacato propone l’introduzione di una procedura che eviti l’iscrizione automatica nel registro degli indagati quando emergono, fin da subito, evidenti cause di giustificazione come la legittima difesa, l’uso legittimo delle armi o l’adempimento del dovere.   “Prima di ogni automatismo giudiziario – conclude Gallucci – deve essere l’amministrazione di appartenenza a tutelare i propri operatori, intervenendo nelle prime fasi di verifica. I due colleghi di Grottaglie hanno messo a rischio la loro vita per assicurare alla giustizia pericolosi criminali: per questo meritano il sostegno del Paese e non il peso di un processo penale che potrebbe protrarsi per anni”.  La mobilitazione del SAP si inserisce in un dibattito più ampio sul bilanciamento tra garanzie per gli operatori di polizia e tutela dei diritti dei cittadini, un tema che periodicamente torna al centro dell’attenzione politica e sociale.

dalla redazione

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Redazione