L’approssimarsi della nuova valutazione del rating dell’Italia da parte delle principali agenzie internazionali porta con sé un misto di attesa e ottimismo. In un momento cruciale per l’economia nazionale, segnato dal recente varo della legge di bilancio e dal taglio dei tassi deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE), il Paese si trova di fronte a una possibile svolta nelle prospettive di investimento e finanziamento.
Nel dettaglio, le agenzie S&P Global Ratings e Fitch sono le prime a rendere noto il loro giudizio, previsto per la fine di questa settimana. Seguiranno DBRS il 25 ottobre e Moody’s il 22 novembre. Attualmente, sia S&P sia Fitch classificano il debito italiano con un BBB a outlook stabile, indicativo di un rischio moderato. Tuttavia, considerando le prospettive economiche rinnovate, non si esclude che l’outlook possa essere rivisto al rialzo.
La fiducia degli investitori sembra consolidarsi, come evidenziato dalla significativa riduzione dello spread tra i BTP italiani a 10 anni e i Bund tedeschi, ora sotto i 118 punti base, il livello più basso degli ultimi tre anni. Questa tendenza rassicurante potrebbe riflettere non solo la percezione di un allentamento della politica monetaria europea ma anche un riconoscimento della solidità delle politiche fiscali italiane.
Le reazioni dei mercati alla politica monetaria della BCE sono state generalmente positive, sebbene i mercati azionari mostrino una cautela comprensibile. Le principali borse europee hanno registrato modesti guadagni, con Milano in rialzo dello 0,47%, mentre Parigi e Francoforte seguono con incrementi analoghi e solo Londra registra un lieve calo.
La determinazione del nuovo governo italiano nel perseguire una gestione prudente dei conti pubblici, come enfatizzato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, potrebbe giocare un ruolo decisivo nell’influenzare il morale degli investitori e le ultime decisioni delle agenzie di rating. Benché il rapporto debito/PIL sia migliorato negli ultimi anni, i piani futuri indicano una prevista risalita al 137,8% nel 2026 prima di una nuova discesa.
Questi dati suggeriscono prudenza ma anche una strategia a lungo termine per rafforzare la stabilità finanziaria del paese. Inoltre, il rientro dei tassi di interesse potrebbe agevolare ulteriori miglioramenti nella gestione del debito pubblico, offrendo al governo maggiore flessibilità nelle sue politiche economiche.
In conclusione, la prospettiva di un miglioramento del rating italiano dipenderà dalla capacità del governo di mantenere il controllo sulla sostenibilità del debito e di stimolare la crescita economica. Le decisioni imminenti delle agenzie di rating non solo rifletteranno la condizione attuale dell’Italia ma potrebbero anche definire la traiettoria economica del paese per gli anni a venire. In questo contesto, l’estrema attenzione alla strategia di bilancio e gli sviluppi internazionali diventeranno sempre più cruciali per assicurare stabilità e prosperità futura.