
Il percorso dell’Italia verso una transizione energetica più sostenibile sta per raggiungere una tappa fondamentale. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha annunciato in audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera l’imminente abbandono dell’utilizzo del carbone nel mix di generazione elettrica. Tale obiettivo, fissato per il 31 dicembre 2025, sarà valido su tutto il territorio nazionale eccetto che in Sardegna, dove i tempi si prolungheranno presumibilmente fino al periodo tra il 2026 e il 2028.
Questo passaggio riveste un’importanza cruciale per il raggiungimento degli obiettivi climatici e per la riduzione delle emissioni di gas serra. Per sostituire la produzione energetica da fonte fossile, il ministero ha programmato e autorizzato la costruzione di nuove piante ad alta efficienza alimentate a gas naturale. Tra il 2021 e il 2023 sono stati autorizzati quattro nuovi impianti a ciclo combinato, situati a Tavazzano, Fusina, Ostiglia e Monfalcone. Ciascuno di questi impianti sarà in grado di generare circa 850 Megawatt, per una potenza complessiva di 3400 Mw.
Oltre alle nuove installazioni, sono stati autorizzati “diversi upgrade di impianti esistenti”, che dovrebbero garantire “un totale di capacità disponibile aggiuntiva pari a circa 700 Mw”. Questo sviluppo eccede l’obiettivo del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che prevedeva 3 GW di nuovi impianti a gas.
Il ministro ha concluso confermando che con l’entrata in esercizio di tale nuova capacità sostitutiva, prevista tra il 2024 e il 2026, il paese sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di eliminare progressivamente l’uso del carbone, consentendo così all’Italia di avanzare significativamente sul percorso della transizione energetica e di allinearsi agli accordi internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici.
Queste mosse non soltanto poggiano l’Italia in una posizione di maggiore sostenibilità ambientale, ma rappresentano anche una tappa decisiva per la diversificazione e la sicurezza delle fonti di energia in un contesto geopolitico che ha reso evidente la vulnerabilità legata alla dipendenza dai combustibili fossili. La Sardegna, che vedrà una transizione più graduale, si allinea comunque al progetto nazionale in una cornice di sfide e opportunità unica per il territorio insulare.