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Italian Tech Week: Un Fenomeno Globale a Supporto dell’Innovazione Nazionale

In ECONOMIA
Settembre 25, 2024

L’Italian Tech Week ha fatto registrare numeri record quest’anno, segnando un impressionante traguardo per l’ecosistema startup italiano. Diyala D’Aveni, fondatrice di Vento e a capo di Exor Ventures, ha rivelato che l’evento ha visto la partecipazione di 20.000 iscritti, con altri mille lasciati in lista d’attesa. Ciò denota un successo senza precedenti e sottolinea l’espansione e l’attrattiva crescente del settore tecnologico in Italia.

Quest’anno, una significativa quota degli iscritti, il 20%, proviene dall’estero, con una rappresentanza notevole da nazioni quali Francia, Spagna, Regno Unito e persino dagli Stati Uniti, indicando non solo un interesse transnazionale, ma anche un potenziale di crescita e di investimento straniero nel paese. Diyala D’Aveni enfatizza l’obiettivo della manifestazione di attirare talenti e investitori esteri attraverso un’esposizione vigorosa delle capacità e delle opportunità che l’Italia offre nel settore tecnologico.

Il confronto è spesso rivolto alla Francia, vista come modello di riferimento per il successo che ha saputo generare nell’ambito delle startup, creando oltre un milione di posti di lavoro e dando vita a un circolo virtuoso di innovazione e sviluppo economico. D’Aveni aspira a replicare un simile successo in Italia, un paese tradizionalmente non percepito come un hub tecnologico, e vede nella Tech Week un trampolino di lancio per cambiare questa narrazione.

Il paesaggio delle startup italiane conta circa 15.000 realtà emergenti, un numero ancora piccolo ma in crescita. Negli ultimi tre anni, sotto l’egida del programma di Vento, sono state fondate a Torino 25 nuove startup, e sono stati effettuati circa 100 investimenti in imprese avviate da fondatori italiani. Questi numeri testimoniano un fermento che potrebbe scalare rapidamente con il giusto supporto e visibilità.

Uno degli ostacoli sottolineati da D’Aveni è la mancanza di una cultura imprenditoriale robusta in Italia, una condizione aggravata dalla scarsa attenzione politica e mediatica rivolta a questo settore. D’Aveni sollecita un cambiamento di paradigma, suggerendo che un intervento più deciso nella promozione e supporto delle imprese tech potrebbe non solo attirare ma anche trattenere i talenti nel paese.

La politica italiana, secondo l’analisi di D’Aveni, dovrebbe incentrare maggiori risorse e strategie per favorire l’apertura di centri di sviluppo e ricerca che possano incubare le competenze necessarie sul territorio nazionale. Questo non solo potrebbe propulsare l’innovazione ma anche generare una storia di successo replicabile e sostenibile che rafforzerebbe l’immagine dell’Italia sul palcoscenico tecnologico mondiale.

In conclusione, Italian Tech Week si configura non solo come un evento di networking e di scambio di idee, ma sopratutto come una vitrina potente per mostrare al mondo che l’Italia è pronta a rivestire un ruolo di protagonista nell’arena tecnologica globale. Con una maggiore consapevolezza e investimenti mirati, il paese potrebbe presto trasformarsi in un fertile terreno per innovazioni rivoluzionarie e per una nuova generazione di imprenditori tecnicamente avanzati.