
In un momento storico in cui le immagini veicolano messaggi potenti, una recente fotografia diffusa dall’account ufficiale della Casa Bianca ha sollevato un’onda di critica e disagio. La foto in questione mostra dei migranti in catene, in attesa di essere espulsi dagli Stati Uniti, una scena che ha scatenato la reazione indignata del Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Durante un evento significativo tenuto nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, l’alto prelato ha espresso un giudizio severo sull’immagine, descrivendola come priva di qualsiasi traccia di pietà, un sentimento che dovrebbe essere intrinseco nel comune senso cristiano. “Un’immagine che ci deve irritare come cristiani”, ha affermato Zuppi in un dialogo intenso con il giornalista Ferruccio De Bortoli, nel contesto del Giubileo della Comunicazione.
L’irritazione e la preoccupazione del Cardinale non derivano solo dalla crudezza dell’immagine, ma dall’insieme di politiche e atteggiamenti che essa rappresenta. Secondo Zuppi, queste pratiche non solo violano la dignità umana ma evidenziano una perdita collettiva di umanità e di sensibilità nei confronti del sofferente e del marginalizzato. “C’è un problema di dignità, rispetto, attenzione all’altro”, ha sottolineato, aggiungendo che “stiamo perdendo in umanità”.
Queste riflessioni trovano radice in una visione del cristianesimo che si oppone al concetto di buonismo superficiale. Per Zuppi, la pietà cristiana è una profonda comprensione e condivisione del dolore altrui, una componente essenziale per una società che aspira alla giustizia e all’inclusione. Durante il convegno, che aveva lo scopo di riflettere su temi di guerra, migrazione e povertà, ha approfondito questi pensieri, ricollegandoli anche alle recenti azioni dell’amministrazione Trump, criticate ampiamente anche da figure come Papa Francesco.
L’approccio al dialogo e all’incontro è stato un tema ricorrente nel discorso del Cardinale. Parlando delle tensioni in Medioriente e della necessità di mantenere la pace, ha evidenziato come il dialogo sia essenziale per superare l’odio e promuovere la comprensione reciproca. Anche il giornalismo, secondo Zuppi, ha un ruolo cruciale in questo processo: narrare con umanità aiuta a vedere l’altro non come nemico, ma come parte della comunità globale.
L’umanità, secondo il presidente della CEI, non dovrebbe mai abituarsi alla “follia della guerra”, e il compito di chi comunica è quello di continuare a raccontare e a tenere viva la memoria delle ingiustizie, per non cadere nell’indifferenza. La Giornata della Memoria è stata presa come un momento significativo per ribadire l’importanza di conservare non solo la memoria stessa, ma anche il valore aggiunto che essa porta nella costruzione di una società più rispettosa e inclusiva.
In conclusione, le parole di Matteo Zuppi offrono non solo una critica ma anche una chiamata all’azione, un invito a riflettere sulla propria responsabilità individuale e collettiva nel costruire un mondo in cui la dignità e l’umanità siano al centro delle politiche e delle rappresentazioni mediatiche.