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La Nuova Frontiera dell’Eolico Offshore: Infrastrutture e Sviluppi Necessari

In ECONOMIA
Luglio 23, 2024

In Italia, la transizione energetica verso fonti più sostenibili si arricchisce di nuove sfide e opportunità. Uno degli ambiti più promettenti è quello dell’energia eolica offshore, la quale, secondo le ultime dichiarazioni di Simone Togni, presidente di Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento), richiede un’attenzione particolare all’infrastrutturazione portuale. Durante un recente convegno a Roma, Togni ha evidenziato come i due porti previsti dal Decreto energia, destinati alla costruzione di piattaforme flottanti, non siano sufficienti. “Per un’efficace implementazione dell’eolico offshore sono necessari almeno quattro, forse sei porti,” ha affermato Togni.

L’introduzione dell’eolico flottante nel Mediterraneo rappresenta un cambio di paradigma tecnologico e industriale. Le strutture galleggianti, che possono essere posizionate in acque più profonde rispetto ai sistemi fissi, richiedono tecnologie avanzate tanto nella fase di installazione quanto in quella di manutenzione. Oltre ai porti, la catena di approvvigionamento intravede una crescita significativa delle necessità, comprendendo la produzione di acciaio, l’elaborazione dei floater, e la realizzazione di pale e palificazioni.

L’Italia si sta muovendo al passo con l’innovazione, ma l’agenda necessita di una maggiore chiarezza normativa e di un piano d’azione dettagliato. Al momento, l’attesa si concentra sul decreto Fer2, che dovrebbe offrire incentivi per le rinnovabili innovative, tra cui appunto l’eolico offshore. “Una crescita non regolamentata potrebbe ripetere gli scenari visti nel settore del fotovoltaico, dove l’accelerazione non è stata accompagnata da una crescita industriale misurata,” ha commentato Togni.

Il potenziale dell’eolico offshore è impressionante: si prevede di raggiungere i 3,8 Gigawatt con il Fer2 e ulteriori 2 Gigawatt entro il 2030 secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Questi obiettivi presupporrebbero una lavorazione dell’acciaio su scala che raddoppia il consumo nazionale attuale. È una prospettiva che illustre l’importanza di una pianificazione rigorosa e di un impegno rafforzato sia pubblico che privato.

Tuttavia, per rendere tutto ciò una solida realtà, oltre alla costruzione di infrastrutture si impone l’esigenza di stabilità normativa. Un quadro legale chiaro e coerente spingerebbe maggiormente gli investimenti, ridurrebbe le incertezze finanziarie e faciliterà l’implementazione di tali tecnologie avanzate. La strada è delineata, ma occorre percorrerla con determinazione e visione strategica, elementi fondamentali per assicurare che l’eolico offshore non solo supporti la transizione energetica dell’Italia, ma anche catalizzi una nuova fase di crescita industriale nel rispetto degli equilibri ambientali.