Il Movimento 5 Stelle si trova attualmente dinanzi a una svolta potenzialmente epocale, segnata dall’esigenza di adeguarsi alle mutate condizioni politiche e alle aspettative di una base sempre più esigente e diversificata. L’indomani delle elezioni europee ha visto l’ex premier Giuseppe Conte annunciare l’avvio di una “fase due” del processo costituente all’interno del M5s, convocando la comunità del Movimento a partecipare attivamente.
L’agenda di questo processo costituente include tematiche tanto delicate quanto decisive per il futuro del Movimento: la revisione del ruolo del garante, attualmente ricoperto da Beppe Grillo, la possibile modifica della presidenza, un rinnovamento del simbolo e del nome del partito, e persino la discussione sul controverso limite dei due mandati. Al centro del dibattito anche la strategia di alleanze future, un argomento che ha storicamente diviso interni e simpatizzanti.
Queste questioni sono destinate a essere trattate attraverso i tavoli di “confronto deliberativo”, con l’obiettivo di cristallizzare proposte concrete da sottoporre al voto finale in occasione dell’Assemblea conclusiva prevista per novembre. A Conte spetta il compito di moderare e indirizzare queste discussioni, che vedono coinvolti 300 iscritti attivi e 30 simpatizzanti, selezionati per la loro capacità di contribuire concretamente al rinnovamento del partito.
L’implicazione della base in decisioni di tale portata non è solamente una scelta democratica, ma anche una risposta alle tensioni interne che hanno visto il fondatore Beppe Grillo esprimere più volte posizioni critiche nei confronti della direzione intrapresa da Conte. Di fatto, Grillo non si è limitato al ruolo di testimone, ma ha lanciato significative contro-iniziative, come la “Bacheca del Mugugni”, per raccogliere feedback e malcontenti dal cuore pulsante del Movimento. L’elevato numero di interazioni registrate da questa iniziativa sottolinea una partecipazione attiva e passionale alla vita del M5s, un elemento che non sorprende, data la storica vocazione populista e partecipativa del partito.
Conte, da parte sua, mantiene una posizione rigorosamente neutrale e costruttiva, evitando scontri diretti e concentrando l’attenzione sui temi più votati dalla base, quali sanità, lavoro, evasione fiscale, oltre a pace e giustizia sociale. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare il Movimento attraverso una serie di riforme che ne consolidino l’impatto politico e sociale, pur rimanendo fedeli agli ideali di trasparenza e partecipazione che ne hanno segnato la nascita e la crescita.
Le prossime settimane saranno cruciali per capire se il Movimento 5 Stelle riuscirà a trasformarsi mantenendo la propria identità originaria o se le pressioni interne ed esterne porteranno a una scissione o a una radicale trasformazione. Quel che è certo è che la “fase due” del processo costituente rappresenta un momento di profonda riflessione collettiva, il cui esito potrebbe definire il futuro del Movimento in Italia e, per estensione, il panorama politico del paese nel prossimo decennio. In questo contesto, la figura di Conte emerge non solo come leader politico, ma come custode di un’eredità complessa, alla ricerca di un punto di equilibrio tra innovazione e tradizione.