
In una recente dichiarazione, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha sottolineato con vigore la centralità della sicurezza nei trasporti e sul luogo di lavoro, collegandola direttamente al grado di civiltà di una società. Questa posizione emerge in un contesto di commozione e riflessione, in ricordo della catastrofe ferroviaria che, nell’estate del 2009, devastò la cittadina di Viareggio.
La tragedia, che segnò profondamente la comunità locale e l’opinione pubblica nazionale, ha innescato un processo di scrutino e revisione degli standard di sicurezza vigenti nel settore dei trasporti italiani. Il Presidente Mattarella, riflettendo su tale evento, ha espresso chiaramente che “la sicurezza nei trasporti, così come quella sul lavoro, rappresenta un indicatore di civiltà, che deve avere la precedenza su ogni considerazione di profitto, in quanto tocca direttamente la vita delle persone.”
Quest’affermazione va intesa non solo nel contesto emotivo che segue una tragedia ma come una pietra angolare nella politica della sicurezza che ogni nazione civile dovrebbe perseguitare. Il concetto di sicurezza come “indicatore di civiltà” estende la responsabilità dalle aziende che operano nel settore dei trasporti fino alle più alte sfere del governo, esigendo non soltanto compliance regolamentare ma un impegno etico e morale verso i cittadini.
Il riferimento alla civiltà porta con sé una critica implicita verso le logiche di mercato che talvolta prevalgono nelle decisioni economiche e industriali. In Italia, come nel resto del mondo, le tragiche conseguenze derivanti da negligenze o dal sacrificio degli standard di sicurezza a favore di riduzioni dei costi sono state troppo spesso testimoniate da incidenti vari, dai crolli di infrastrutture fino a disastri ambientali.
La sicurezza, dunque, non può essere valutata esclusivamente in termini di costi e benefici economici; essa è un diritto fondamentale dei cittadini e un dovere che lo Stato deve assicurare in maniera ferma e intransigente. La memoria del disastro di Viareggio, dove ventitré persone persero la vita e molte altre rimasero ferite, serve come monito costante della necessità di mantenere standard elevati e di perseguire miglioramenti continui.
In questo quadro, è essenziale che la politica e la regolamentazione si muovano congiuntamente per creare un ambiente in cui la sicurezza è la norma non negoziabile, imponendo rigidi controlli e severe sanzioni per coloro che speculano sulla vita umana. La visione del Presidente Mattarella invita a un cambio di paradigma, dove la sicurezza diventa un collante sociale e una manifestazione visibile della maturità e del rispetto che un paese mostra verso i propri cittadini.
Concludendo, le parole del Presidente sono un promemoria potente e una chiamata all’azione per tutti gli attori coinvolti, dal settore privato ai decisori politici, sottolineando che la tragica storia di Viareggio non deve essere dimenticata ma deve servire come punto di riferimento per costruire un futuro dove la sicurezza e il rispetto della vita umana trionfano su ogni altra considerazione.