In un recente intervento durante l’Assemblea generale di Assolombarda, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha espresso con veemenza la sua percezione di un governo centrale che, a suo dire, affligge l’efficienza regionale con un surplus di burocrazia. L’affondo di Fontana non è nuovo nel panorama politico italiano, dove la questione dell’autonomia regionale da tempo alimenta il dibattito tra le diverse forze politiche del Paese.
Fontana ha delineato uno scenario in cui le imposizioni burocratiche di Roma si configurano come ostacoli tangibili allo sviluppo economico e alla competitività, non solo della Lombardia ma dell’Italia intera nel contesto globale. “La parte del cattivo funzionamento del nostro Paese legata alla burocrazia e alle sue lungaggini deve essere risolta”, afferma il presidente, sottolineando la necessità impellente di revisionare un sistema che sembra ormai sopraffatto dalla propria complessità strutturale.
Secondo Fontana, la soluzione non vienetera mai dalla capitale, la quale è percepita come troppo distante sia geograficamente sia mentalmente dalle reali esigenze dei territori. La sua proposta si concentra quindi sull’acquisizione di una maggiore autonomia per la Lombardia, un tema che negli ultimi anni ha generato non poco clamore e controversia. “Quella autonomia che viene in questi mesi, in questi anni, descritta come una cosa tremenda, in senso negativo, che invece è soltanto qualcosa di estremamente positivo per il nostro territorio, per il resto del paese”, dichiara fermamente.
Le parole di Fontana sono un chiaro invito al dialogo costruttivo, una richiesta di confronto aperto e basato sui meriti della questione, piuttosto che sulle retoriche spesso vuote o fuorvianti. “Io sono pronto a confrontarmi con chiunque voglia parlare nel merito dell’autonomia, e non soltanto voglia parlare a slogan, che chi è contrario ha creato”, aggiunge, evidenziando una volontà di dialogo spesso assente nei dibattiti politici italiani.
Il desiderio di liberare gli imprenditori lombardi dalle “manette” burocratiche sembra essere il fulcro della visione di Fontana, il quale immagina una Lombardia in grado di competere senza le continue limitazioni normative che, secondo lui, stanno frenando il potenziale della regione. La metafora delle “mani legate dietro la schiena” usata dal presidente risuona come un forte segnale di allarme sulla necessità di riforme immediate che possano emancipare le realtà produttive dal giogo di una burocrazia percepiuta come asfissiante.
In conclusione, l’intervento di Attilio Fontana all’Assemblea generale di Assolombarda riaccende i riflettori su un argomento d’importanza vitale, non solo per la Lombardia, ma per l’intera struttura politico-amministrativa italiana. La sfida posta sul tavolo è quella di capire se il cammino verso l’autonomia possa realmente rappresentare una soluzione efficace alle problematiche strutturali e burocratiche attuali, in una nazione tradizionalmente divisa sul filo delle autonomie regionali.