L’Accademia di Svezia ha assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2025 allo scrittore ungherese László Krasznahorkai, “per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”. Definito da Susan Sontag “il Maestro dell’Apocalisse”, Krasznahorkai è una delle voci più potenti e radicali della letteratura contemporanea. Nei suoi romanzi, dallo storico Satantango (1985) fino a Melancolia della resistenza e Guerra e guerra, l’autore scandaglia la desolazione umana e il lento degrado morale e materiale di un mondo in attesa di un cambiamento che non arriva mai. Nato nel 1954 a Gyula, nell’Ungheria sud-orientale, Krasznahorkai ha costruito un universo narrativo fatto di frasi interminabili, ipnotiche, in cui la realtà è esaminata “sino al limite della follia”. Le sue opere, pubblicate in Italia da Bompiani, sono diventate un punto di riferimento della narrativa mitteleuropea, tra Kafka e Bernhard. Nel 1994 il suo romanzo d’esordio Satantango è stato trasformato in un film di culto dal regista Béla Tarr, consacrando entrambi a livello internazionale. Nel 2015 l’autore ha vinto l’International Man Booker Prize, nel 2019 il National Book Award for Translated Literature, e oggi arriva il massimo riconoscimento: il Nobel. Convinto che la forza dell’arte e della bellezza possa ancora opporsi al buio del mondo, Krasznahorkai ha dichiarato: “Di fronte a qualsiasi forza distruttiva, l’unico modo per combatterla è la debolezza della gentilezza”. Il suo nuovo romanzo, Panino non c’è più, è atteso in Italia nel 2026, sempre per Bompiani. La cerimonia di consegna del Nobel si terrà come da tradizione il 10 dicembre a Stoccolma.
di Fausto Sacco

