
Nel 2024, l’economia italiana ha mostrato segni di marcato rallentamento, culminando in una semi-paralisi nel secondo semestre. Nonostante un’iniezione senza precedenti di fondi europei grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Italia ha registrato un timido incremento dello 0,5% per l’intero anno. Questa cifra posiziona l’Italia in una posizione di stallo, simile a quella delle economie di Germania e Francia, entrambe alle prese con propri dilemmi economici.
Secondo l’ISTAT, il PIL italiano nel quarto trimestre del 2024 ha evidenziato una crescita nulla rispetto ai tre mesi precedenti, confermando il trend di stallo che ha caratterizzato la seconda metà dell’anno. Tale stagnazione ha pienamente riflesso un rallentamento generale rispetto al potenziale di crescita preannunciato di 1%, come delineato nel precedente Piano Strutturale di Bilancio del governo.
Guardando al futuro immediato, le previsioni per il 2025 non promettono un impatto significativo della stagnazione recente sui bilanci, data la crescita prevista nel Piano Strutturale di Bilancio, che non considera l’aggiustamento per le giornate lavorative in più rispetto al 2023.
Tale contesto posiziona l’Italia in uno stato di vicinanza critica con l’economia tedesca, la quale ha registrato una recessione per il secondo anno consecutivo, con una contrazione dello 0,2% negli ultimi tre mesi del 2024. Questa interdipendenza si riflette anche nei tassi di disoccupazione, che in Italia sono cresciuti di tre decimali, situandosi al 6,2%.
Al contrario, nazioni come la Spagna e il Portogallo mostrano una vitalità economica maggiore. La Spagna ha chiuso l’anno con una crescita del 3,2%, beneficiando di una robusta ripresa nel quarto trimestre (+0,8%), mentre il Portogallo ha segnato una crescita dell’1,9% nell’intero 2024.
Mentre l’esecutivo rimane avaro di commenti, l’opposizione non esita a criticare la situazione. Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione Bilancio, e Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, hanno rispettivamente etichettato l’attuale scenario di “stagnazione” e “disastro”, imputando la colpa a “politiche economiche fallimentari”.
La preoccupazione si estende anche al settore del commercio, come sottolineato da Confcommercio, che mette in dubbio la possibilità di raggiungere un incremento del PIL dell’1% nel corso dell’anno corrente senza nuovi stimoli favorevoli. Le dinamiche di consumo e investimento delle imprese appaiono ancora in declino, nonostante la spinta data dal PNRR.
Analizzando i dati più recenti, il settore industriale italiano ha mostrato un lieve miglioramento a novembre con un aumento dello 0,6% del fatturato mensile, mentre i servizi hanno segnato una contrazione dello 0,6%. Tuttavia, le prospettive future rimangono incerte, soprattutto con la minaccia di nuovi dazi statunitensi e l’instabilità geopolitica che continua a oscurare le previsioni economiche globali.
In sintesi, il 2024 si è rivelato un anno di sfide e incertezze per l’Italia, con una crescita economica che mal si allinea alle aspettative iniziali e pone il Paese in una posizione di fragilità nel contesto europeo. Speranze e strategie per il futuro saranno cruciali per determinare il recupero economico nel prossimo biennio.