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L’Italia e la Transizione Energetica: In Ritardo ma Sulla Via Corretta

In ECONOMIA
Maggio 13, 2024

In un mondo sempre più consapevole della crisi climatica, l’Italia si trova in una posizione delicata nel suo cammino verso una transizione energetica più sostenibile. Durante il recente incontro “Voci sul Futuro 2024”, organizzato da AsviS e ANSA in concomitanza con il Festival dello sviluppo sostenibile, Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, ha condiviso riflessioni importanti sullo stato attuale e il futuro delle politiche energetiche italiane.

L’Italia, come ammesso da Monti, “è in ritardo” rispetto agli obiettivi prefissati a livello europeo e globale ma si muove “sulla strada giusta”. Il cambiamento necessario è radicale, implica un ripensamento profondo del modo in cui energia viene prodotta e consumata. La visione per il 2030, secondo proiezioni ottimistiche, vede un aumento significativo della quota di rinnovabili nel mix energetico nazionale, passando dal 40 al 65%.

La transizione, tuttavia, richiede investimenti imponenti non solo in nuove capacità produttive ma anche nell’efficienza energetica, nel rinforzo delle infrastrutture di rete e nelle tecnologie di accumulo. Monti sottolinea l’importanza di una sinergia tra diversi attori sociali ed economici: l’industria deve potenziare la propria capacità di innovazione e investimento, i consumatori devono adottare comportamenti più sostenibili e le istituzioni devono garantire un quadro regolamentare stabile e prevedibile.

L’approccio suggerito da Monti è caratterizzato da un’apertura verso tutte le tecnologie disponibili, evitando di concentrarsi su una soluzione unica che potrebbe generare nuove dipendenze, come già accaduto in passato con i combustibili fossili. In questo contesto, Edison si distingue per il suo impegno a lungo termine verso la decarbonizzazione, attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili, migrazione verso il “nuovo nucleare” e tecnologie di cattura della CO2.

Un punto fondamentale sollevato da Monti riguarda il bisogno di cooperazione a livello europeo. L’amministratore delegato di Edison critica la lentezza con cui l’Europa ha reagito nell’adottare tecnologie emergenti come batterie e pannelli fotovoltaici, pur sottolineando l’importanza cruciale delle infrastrutture per l’interconnessione energetica tra i paesi membri.

È chiaro che la strada verso una transizione energetica efficace ed equa non è solo una questione di aggiornamento tecnologico o di aumento dell’efficienza. Si tratta di ridefinire il modello di sviluppo sociale ed economico, integrando politiche ambientali, economiche e sociali in un nuovo paradigma di crescita.

In conclusione, le prospettive per l’Italia in termini di transizione energetica sono tutt’altro che semplici. I ritardi accumulati nel tempo possono essere recuperati solo con un impegno coeso e concertato a tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale, e necessitano di un impegno costante e all’altezza delle sfide che il nostro pianeta ci pone. Con una politica energetica ben orientata e responsabile, l’Italia può non solo recuperare il tempo perduto ma anche emergere come leader nella sostenibilità energetica globale.

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Redazione