Dalla cittadina di Matelica, la voce del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, si è levata forte e chiara in difesa di un rapporto equo e reciprocamente vantaggioso con il continente africano. Nel corso della sua visita alla mostra dedicata a Enrico Mattei, l’imprenditore visionario e fondatore dell’Eni, il ministro ha tenuto a sottolineare l’importanza di una collaborazione senza pregiudizi tra i due continenti.
L’approccio italiano, in linea con le intuizioni di Mattei e sostenuto dalla premier Giorgia Meloni, si fonda sulla convinzione che l’Africa non vada aiutata con atteggiamenti paternalistici, ma trattata con la stessa dignità riservata alla Europa. Questa visione pone le basi per una interazione basata su attività condivise e su una crescita comune che sappia mitigare le criticità sia dell’Europa che dell’Africa.
Con uno sguardo alle necessità concrete, Lollobrigida ha messo in evidenza come il continente africano presenti carenze in ambito tecnologico e formativo. In questi settori l’Europa può e deve offrire il proprio sostegno, facendo leva sul proprio avanzamento e know-how. Allo stesso tempo, guarda con interesse alle risorse africane per assicurare alla propria popolazione catene alimentari più sicure e per offrire alle imprese europee nuove opportunità di collaborazione e investimento.
Si tratta di un dialogo che Italiana intende portare avanti non in solitudine, ma insieme alle altre nazioni occidentali e, soprattutto, nell’ambito dell’Unione Europea. Questa politica, che trova le sue radici nel cosiddetto “Piano Mattei”, mira alla creazione di un ponte vero e proprio tra Europa e Africa, basato sull’equità e sulla condivisione delle opportunità di sviluppo.
Il messaggio di Lollobrigida, chiaro nella sua sostanza, non può che riecheggiare nelle sale dell’antica mostra, dove la figura di Enrico Mattei rappresenta un faro di lungimiranza economica e sociale. Ora il compito è portare avanti questo ideale, trasformandolo in politiche e azioni concrete che possano davvero incidere sulle dinamiche internazionali e sul futuro dei due continenti.
