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Lotta per la sopravvivenza economica: sei italiani su dieci tra le maglie della precarietà

In ECONOMIA
Dicembre 12, 2024

La situazione economica delle famiglie italiane continua a presentare sfide significative, nonostante gli indicatori macroeconomici mostrino segni di una congiuntura favorevole. Secondo l’ultima analisi realizzata dall’Osservatorio sguardi familiari di Nomisma, quasi il 60% dei nuclei familiari nel Bel Paese reputa il proprio reddito inadeguato a coprire le esigenze più basilari.

Il ritratto che emerge dallo studio è preoccupante: il 15% delle famiglie dichiara di possedere un reddito del tutto insufficiente per garantire la copertura dei bisogni fondamentali, mentre il 44% arriva a stento a fine mese. Questa constatazione evidenzia una crescente fragilità economica, che non sembra trovare adeguato sostegno nei servizi pubblici, visto che solo il 29% delle famiglie si affida ad essi, mentre la maggior parte (58%) dipende ancora fortemente dal sostegno della rete familiare.

Questa realtà di difficoltà si estende ad altre aree della vita quotidiana. Ad esempio, l’85% delle famiglie ha ridotto la spesa per attività di svago e tempo libero, e una percentuale altrettanto alta ha limitato le uscite culturali (72%) e le attività sportive (67%). Più drastico e allarmante è il taglio alle spese sanitarie, che interessa ben il 50% delle famiglie, e alla formazione, con un 28% di famiglie che hanno dovuto ridurre tale voce di spesa. Queste cifre riflesso di una rinuncia forzata a beni e servizi che, oltre a pregiudicare la qualità della vita, limitano le possibilità di sviluppo personale e sociale.

Il depauperamento economico non solo preclude l’accesso a opportunità culturali e di svago, ma influisce negativamente anche sulle naturale evoluzione demografica del paese: una famiglia su dieci afferma che non avrebbe la capacità economica di sostenere la nascita di un figlio, un dato che si traduce in una diretta minaccia al rinnovo generazionale.

Di fronte a questo scenario, le parole di Marco Marcatili, direttore sviluppo di Nomisma e responsabile dell’Osservatorio, sembrano un monito per le politiche future: “Sebbene la situazione occupazionale sia in fase di miglioramento, ciò non riesce più a garantire una distribuzione di benessere equa e generalizzata. È essenziale quindi concentrarsi sulle nuove forme di fragilità sociale e stimolare il sistema imprenditoriale a una maggiore responsabilità sociale, per rispondere concretamente ai bisogni della popolazione lavorativa.”

Il quadro delineato dall’Osservatorio Nomisma testimonia la necessità urgente di un ripensamento delle politiche di welfare. Una tassazione più equa, insieme a un maggior sostegno ai servizi pubblici essenziali, potrebbero contribuire significativamente a migliorare la situazione delle famiglie italiane. Inoltre, un aumento degli investimenti in servizi come l’educazione e la salute non sarebbe solo un atto di giustizia sociale, ma una strategia lungimirante per assicurare il benessere economico e la stabilità sociale nell’intero paese.

In sintesi, la ricerca di Nomisma non solo offre uno spaccato delle difficoltà attuali, ma pone anche le basi per una riflessione su come riformare il modello di welfare, affinché risponda più efficacemente alle esigenze di tutti i cittadini, compresi i più vulnerabili.