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Luce più costosa in Italia rispetto all’Europa, il gas allinea i prezzi

In ECONOMIA
Ottobre 01, 2024

Il panorama energetico italiano presenta scenari contrastanti quando messo a confronto con l’Europa. L’ultimo rapporto del Mase sulla situazione energetica nazionale, svelato recentemente a Roma, offre uno spaccato dell’evoluzione dei prezzi nel settore dell’energia, con particolare attenzione alle differenze osservate tra l’Italia e la media degli altri paesi dell’Unione Europea.

Nel corso del 2023, si è registrata una significativa diminuzione del divario tra i prezzi dell’energia elettrica in Italia e nel resto d’Europa. Particolarmente rivelatori sono i dati relativi al costo dell’energia elettrica per le imprese: se nel 2022 la differenza era marcata dal 145,8% rispetto alla media europea, nel 2023 tale percentuale è scesa a 109,3. Questo indica un’attenuazione, sebbene il costo dell’energia in Italia rimanga sostanzialmente superiore rispetto ai nostri vicini europei.

Il settore del gas naturale mostra una tendenza leggermente diversa. Il divario che caratterizzava il 2022 a 115,4 punti percentuali si è contratto fino a 93,4 punti nel 2023. Grazie a questa riduzione, i prezzi del gas, per le imprese italiane, sembrano ora più allineati con quelli praticati nel restante continente.

Guardando alle famiglie, il panorama rivela ulteriori spunti di riflessione. Gli italiani continuano a sostenere un onere economico elevato per quanto riguarda l’energia elettrica, pagando un sovrapprezzo del 123,6% rispetto alla media dell’Unione Europea a 27 Paesi. Questo indicatore, nonostante rappresenti una lieve diminuzione rispetto al decennio precedente, rimane alto e impatta significativamente sul bilancio delle famiglie.

D’altro canto, la situazione per il gas naturale appare meno gravosa. Qui, il prezzo pagato dalle famiglie italiane ha raggiunto un livello quasi identico alla media europea, con un indice che si attesta a 101 punti percentuali. È un risultato non trascurabile, considerando che nei dieci anni passati il differenziale era sempre stato ben al di sopra dei 120 punti.

Questi dati riflettono un tessuto energetico in continua evoluzione, dove la politica nazionale e le dinamiche di mercato giochi un ruolo cruciale. Elementi come l’introduzione di rinnovabili, le politiche di incentivazione alla transizione energetica e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento influenzano notevolmente i costi energetici.

In sintesi, mentre l’Italia fa passi avanti per ridurre il divario di costo dell’energia elettrica rispetto al resto d’Europa, il percorso verso una piena convergenza è ancora lungo e irto di sfide. Per il gas naturale, invece, il traguardo sembra più vicino, segnando un importante cambiamento nel panorama energetico del paese.

Risulta evidente che, al fine di mitigare ulteriormente il costo dell’energia e promuovere un ambiente di maggiore equità economica per consumatori e imprese, sarà essenziale per l’Italia perseguire una strategia energetica bilanciata, focalizzata su efficienza e sostenibilità. I prossimi anni saranno quindi cruciali per determinare se i trend attuali continueranno nella direzione di una maggiore armonizzazione con i vicini europei, o se nuove sfide sposteranno gli equilibri attuali.