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Marcia per il Rojava: Torino Si Mobilita in Difesa dell’Autonomia Siriana

In POLITICA
Dicembre 15, 2024

Nel cuore pulsante di Torino, una folla imponente, avvolta in bandiere curde, ha percorso le vie centrali della città in un pomeriggio carico di significati politici e sociali. L’evento, oltre a testimoniare una solidarietà transnazionale, ha puntato i riflettori sul Rojava, il nord-est della Siria, una regione che da quasi un decennio tenta di costruire un esempio vitale di convivenza pacifica e di autogoverno democratico.

Il Rojava, o Kurdistan Occidentale, è una zona di fatto autonoma che si è distinta per il suo tentativo unico di instaurare un sistema di governo basato sul confederalismo democratico. Qui, diverse etnie e religioni collaborano e coesistono in una struttura politica che sfida le tradizionali narrative del nazionalismo statuale esacerbato. Organizzato dalle comunità locali, il governo autoproclamato del Rojava ha promosso l’uguaglianza di genere, il pluralismo religioso e un’economia cooperativistica, tentando di injectare una dose di umanità in una regione straziata dal conflitto.

I manifestanti a Torino hanno sollevato la voce contro le varie minacce che pesano su questo fragile esperimento di autodeterminazione. Da un lato, denunciano l’incessante instabilità portata dalla lunga dittatura in Siria, che per oltre cinquant’anni ha seminato divisioni, perpetrato torture e repressioni che hanno toccato innumerevoli vite. Dall’altro, la continua avanzata delle milizie di SNA, l’esercito proxy della Turchia, e di HTS, un’organizzazione emersa dalle ceneri di al Qaeda, sembra voler usurpare qualsiasi possibilità di autonomia per unificare la Siria sotto un governo islamico istituzionale.

È stata particolare la critica nei confronti del governo turco, accusato di sfruttare il caos in Siria per oppressere il movimento democratico nel Rojava e nell’intero territorio curdo. I partecipanti alla marcia hanno descritto le incursioni militari turche come brutali e senza discriminazioni, volte a distruggere il movimento di liberazione curdo e a pavimentare il cammino per un risorgimento neo-ottomano. Le conseguenze di tali azioni sono spesso tragiche, con bombardamenti frequenti che colpiscono civili innocenti, compresi donne e bambini, e creano un’atmosfera di terrore come strumento di controllo.

La solidarietà mostrata a Torino non è solo un gesto di supporto politico, ma riflette una crescente consapevolezza internazionale dell’importanza di sostenere modelli di governo che promuovono la pace, l’accettazione e il progresso sociale. Il corteo di Torino è un microcosmo di una più grande lotta per i diritti umani e la giustizia, un richiamo a non ignorare le voci di resistenza che, nonostante le avversità, continuano a lottare per creare un futuro di possibilità invece di conflitto.

La manifestazione è stato quindi non solo un atto di protesta, ma anche un esempio di come le comunità globali possono unirsi in difesa degli ideali di libertà e autogestione. La storia del Rojava rimane una testimonianza vivente del coraggio umano e della tenacia, e la marcia a Torino ha rafforzato questo messaggio, rendendo globale la loro lotta per la sopravvivenza e l’autodeterminazione.