
In Italia, il fervore attorno alla realizzazione di grandi infrastrutture, come il Ponte sullo Stretto di Messina e la linea ferroviaria ad alta velocità (TAV), si scontra con rinnovate misure legislative indirizzate a mitigare le forme di protesta più estreme. Recentemente, un’emendamento proposto dalla Lega al disegno di legge sulla sicurezza, che ha ottenuto l’approvazione della commissione alla Camera dei Deputati, ha scosso il panorama politico e sociale del Paese.
Questa disposizione legislativa innalza la penalizzazione per chiunque si renda protagonista di atti di violenza o minaccia nei confronti di un pubblico ufficiale, qualora tali azioni siano mosse dal desiderio di ostacolare la realizzazione di opere pubbliche ritenute strategiche. Nonostante una riformulazione che ha attenuato il suo impatto originale, l’emendamento ha trovato il sostegno anche di Fratelli d’Italia e Forza Italia, dimostrando una consonanza tra i partiti di maggioranza sul tema della sicurezza e dell’ordine pubblico.
D’altra partincenza, [parte] l’opposizione non ha tardato a esprimere un profondo dissenso. Matteo Mauri del Partito Democratico e Valentina D’Orso del Movimento 5 Stelle hanno lamentato un innalzamento della soglia repressiva liberticida. Queste critiche si estendono anche al coinvolgimento della CGIL e di +Europa, con Riccardo Magi che denuncia una “deriva anti-democratica” nell’impostazione di queste misure, considerate un pericoloso precedente nell’inasprire le pene in funzione della motivazione dietro alle proteste, piuttosto che sull’atto in sé.
Parallelamente, l’esecutivo ha cercato di difendere la normativa, puntualizzando che l’obiettivo non è soffocare il dissenso ma prevenire e sanzionare specificatamente gli atti di violenza. Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, ha ribadito la distinzione tra opzione contraria e azioni illegali, sostenendo che la libertà di dissentire rimane intatta, ma deve essere esercitata in maniera pacifica e conforme alla legge.
L’intera questione si carica ulteriormente di significato politico e sociale con l’inclusione nel disegno di legge di ulteriori provvedimenti, come il raddoppio delle coperture legali per le forze dell’ordine e il finanziamento di 860mila euro all’anno per assistere gli agenti coinvolti in procedimenti legali legati al loro servizio. Queste misure hanno raccolto plausi dal leader della Lega, Matteo Salvini, che le ha descritte come “storiche”.
In aggiunta, slitta la discussione in Aula, originariamente prevista per il 25 luglio, per strutturali ritardi legislativi, rimandando il dibattito al 5 agosto e l’eventuale approvazione a settembre. Questo ritardo apre uno spiraglio temporale ulteriore per considerazioni e possibili modifiche, in un contesto ancora fluido e fortemente polarizzato.
Il governo continua comunque nella sua linea di presunta fermezza anche su altri fronti, come dimostra l’attenzione rinnovata sulla regolamentazione della cannabis light. Molteni e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida rafforzano la posizione ufficiale, negando il carattere ricreativo di qualsiasi sostanza psicotropa, inclusa quella a basso contenuto di THC.
Dunque, l’attuale panorama politico italiano, segnato da un’intensa ricerca di un equilibrio tra sicurezza e libertà civili, si trova a confrontarsi con una serie di problematiche che vanno ben oltre la semplice realizzazione di opere pubbliche, abbracciando tematiche di giustizia, diritto e ordine pubblico in un dibattitto ancora pienamente aperto e vibrante.