
Il panorama finanziario si è mostrato volatile in questa settimana, in particolare per il listino di Piazza Affari, che ha evidenziato una leggera contrazione, risentendo di influenze sia interne sia transatlantiche. La giornata di contrattazioni a Milano si è chiusa con un decremento dello 0,23%, portando l’indice Ftse Mib a stabilizzarsi a quota 36.059, un segno tangibile della prudenza che sta colorando il sentiment degli investitori.
Guardando al contesto internazionale, l’uncertezza si è diffusa rapidamente dopo le recenti dichiarazioni del Presidente statunitense Donald Trump, focalizzate soprattutto sulla politica energetica e sui potenziali nuovi dazi. Gli effetti di queste politiche sono immediatamente palpabili, non solo nei discorsi dei leader ma nelle reazioni dei mercati, che hanno oscillato senza una direzione definita nel corso della giornata. Al centro dell’attenzione, il dibattito sull’immigrazione e l’energia, settori chiave che potrebbero subire importanti trasformazioni a breve termine.
In questo contesto incerto, il listino azionario di Parigi si è distinto, archiviando la giornata con un guadagno dello 0,4%. Anche Londra e Francoforte hanno mostrato segnali di tenuta e moderato ottimismo, con rispettivi incrementi dello 0,3% e dello 0,1%. Al contrario, Madrid e Amsterdam hanno registrato delle perdite, rispettivamente dello 0,1% e dello 0,3%, riflettendo una cautela generale nel settore.
Sul fronte valutario, l’euro ha mantenuto una posizione stabile contro il dollaro, attestandosi a 1,04. Interessante notare che anche lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è calato, chiudendo a 107,9 punti, un segnale di fiducia relativa nella solidità finanziaria dell’Italia, nonostante l’ambiente macroeconomico incerto.
Un altro tema caldo è stato quello dell’energia. Mentre il mercato del gas ad Amsterdam ha mostrato una significativa crescita, con un aumento del 4% nel valore, chiudendo la seduta a 50 euro al Megawattora, il petrolio non ha goduto della stessa fortuna. Infatti, i prezzi del petrolio sono scivolati di quasi due punti percentuali, stabilizzandosi appena sopra i 76 dollari al barile. Questo calo è stato attribuito alle nuove politiche energetiche dell’amministrazione Trump, soprattutto in relazione alle riserve strategiche e alle possibile cessazione degli acquisti di petrolio dal Venezuela.
A livello di singole performance aziendali, a Milano, Stellantis ha evidenziato un calo dell’1,5%, mentre Eni, Tim e Monte dei Paschi hanno registrato una diminuzione dell’1,1%. In contrapposizione, Snam e Diasorin hanno mostrato risultati positivi, con incrementi quasi del 2% e del 2,8%, rispettivamente; un chiaro riflettore sull’eterogeneità delle reazioni di mercato a seconda dei settori e delle strategie aziendali.
In sintesi, la giornata ha riflettuto un mix di cautela e strategie difensive, dove il quadro politico ed economico internazionale continua a giocare un ruolo cruciale, influenzando non solo le decisioni di politica interna ma anche la fiducia e le mosse degli investitori sui mercati globali. La volatilità potrebbe rimanere una costante nel breve termine, rendendo essenziale un monitoraggio assiduo delle evoluzioni politiche e economiche globali.