
In un dialogo recente con i membri di vari ordini religiosi, Papa Francesco ha sollevato questioni penetranti che toccano il nucleo della vita consacrata e della sua perpetuazione nel tempo moderno. In questo incontro, che ha coinvolto rappresentanti di istituti fondati tra il sedicesimo e il ventesimo secolo, tra cui i Minimi, i Chierici Regolari Minori, le Suore Agostiniane del Divino Amore, i Chierici di San Viatore, le Suore Riparatrici del Sacro Cuore e le Missionarie di Sant’Antonio Maria Claret, il Papa ha esposto una riflessione profonda sul futuro delle vocazioni religiose, urgendo un rinnovato impegno nella preghiera e nella formazione.
Il contesto dell’incontro era focalizzato sullo stato attuale e sul futuro delle vocazioni, una tematica che il Pontefice ha sottolineato con preoccupazione e speranza. “Dobbiamo raddoppiare i numeri”, ha affermato, innescando una riflessione sulla necessità di attrarre nuove forze giovani e vigorose nei ranghi della vita consacrata. Questa esclamazione ha posto le basi per una serie di interrogativi diretti alle congregazioni presenti, indagando sul numero di novizi attualmente in formazione e sulle strategie impiegate per accogliere e guidare le nuove leve.
Inoltre, Papa Francesco ha ricordato ai presenti la ricchezza e la diversità delle loro origini e li ha incitati a prendere il testimone dei fondatori delle rispettive congregazioni. “Raccogliete il testimone”, ha esortato, enfatizzando la continuazione della missione di esplorare e impiantare la bellezza di Cristo nelle complessità del presente. Con un linguaggio chiaro e deciso, ha poi guidato l’attenzione verso un tema cruciale: la purezza nel percorso spirituale e comunitario.
Evocando immagini potenti, ha esortato i religiosi a liberarsi da “ambizioni e invidie”, definendole addirittura come elementi pestilenziali. Particolarmente pregnante è stata la descrizione dell’invidia come “malattia gialla”, una metafora forte per denunciare quanto tale sentimento possa essere distruttivo all’interno di una vita comunitaria basata sulla condivisione e sull’ascolto reciproco.
Il suo discorso non si è limitato a una critica delle negative tendenze umane; ha anche fornito direttive costruttive su come approcciare i processi decisionali e il discernimento. “Spogliatevi di tutto ciò che non serve”, ha affermato, invitando a un’esistenza libera da calcoli superflui e rigidezze, per favorire un ambiente dove la saggezza collettiva possa emergere e guidare le scelte future.
Papa Francesco ha concluso l’interlocuzione sottolineando l’importanza della preghiera per le vocazioni, un pilastro che sostiene l’esistenza stessa degli ordini religiosi, e insistendo sulla qualità della formazione offerta ai novizi. “Pregate, pregate, e curate la formazione”, ha ribadito, segnalando la necessità di una preparazione solida e consapevole per i futuri portatori del carisma religioso.
Questo dialogo tra il Papa e i rappresentanti delle congregazioni religiose apre riflessioni essenziali non solo sulla sostanza della vita religiosa, ma anche sulle modalità con cui le comunità affrontano le sfide interne e attraggono nuovi membri in un’era profondamente segnata dal cambiamento e dall’incertezza. La chiamata a un rinnovamento basato sulla semplicità e l’autenticità si configura come un fondamento cruciale per il futuro vibrante e resiliente della vita consacrata.