La spensieratezza e l’allegria delle festività pasquali rischiano di essere offuscate quest’anno dall’insidiante crescita dei prezzi degli ovetti di cioccolato che, come da tradizione, trovano posto nelle case degli italiani. Il Codacons ha lanciato l’allarme sulle significative impennate di costo che hanno interessato le uova di Pasqua, registrando incrementi che in alcune fasce di prodotto si attestano intorno al 24% in più rispetto all’anno precedente.
La ricerca condotta dall’associazione dei consumatori mette a nudo una situazione preoccupante: una delle uova di cioccolato per bambini più comunemente reperibile nelle grandi distribuzioni, la cui etichettatura di costo non varia a seconda del rivenditore, ha visto un salto da 9,99 a 11,99 euro per la versione da 150 grammi, traducendosi in un aumento del 20%. Le cifre si fanno ancora più marcate quando si analizzano le uova di cioccolato di premium quality dirette ad un pubblico adulto, con pesi che variano tra i 320 e i 365 grammi: per queste, i costi hanno superato la soglia di 18 euro, con rialzi che oltrepassano il 33% se confrontati con i prezzi del 2023.
Ma non è tutto, le uova di cioccolato realizzate da brand specializzati nel settore registrano aumenti che in alcuni casi sfondano il tetto del 40%. Fortunatamente, la commistione tra mondo dello spettacolo e dolciaria pasquale offre un leggero sollievo: i prodotti che si ispirano a cartoni animati, giochi, serie TV o personaggi famosi mostrano un incremento medio nei prezzi leggermente inferiore, attestandosi sul 16,7%.
Questi salti tariffari rispecchiano una realtà produttiva costellata di sfide economiche: da una parte lo scenario internazionale ha visto le quotazioni del cacao giungere a cifre record che non si notavano dal lontano 1977, con un valore di mercato che supera i 6.000 dollari per tonnellata. Attenendoci alle statistiche, anche materia prime come zucchero e burro di cacao hanno visto rincari esorbitanti del 72% e del 52% nell’arco di un anno.
L’industria del cioccolato e della dolciaria, dunque, si è trovata di fronte a costi di produzione ascendenti che non ha potuto sopportare silenziosamente. Il trasferimento dei maggiore oneri sui consumatori appare inevitabile, ma aggiunge amarezza a una ricorrenza che dovrebbe invece essere sinonimo di gioia e festeggiamenti. Le famiglie italiane, pertanto, si apprestano a vivere una Pasqua dal sapore più amaro, in cui la dolcezza dei suoi simboli pare essere contrappesata da una realtà economica ben più aspra.
