L’adozione di nuove politiche concorrenziali è essenziale per iniettare vitalità nel tessuto economico di un paese. Almeno così suggerisce l’Antitrust italiano, che con precisione e analiticità ha proposto al Parlamento una serie di aggiustamenti normativi per la prossima legge annuale sulla concorrenza. A guidare l’organismo, Roberto Rustichelli, che ha delineato con chiarezza i confini di questa imprescindibile evoluzione mercantile.
Il cuore pulsante dell’innovazione economica risiede nell’integrazione e consolidamento del mercato unico. Tuttavia, questa evoluzione deve essere accompagnata da un incremento delle dinamiche competitive, solide alleate della produttività e propellenti della crescita economica. Inoltre, tali dinamiche stimolano l’efficienza, una componente che non può essere trascurata in un contesto economico globalmente interconnesso.
Le priorità, come enucleate dall’Antitrust, sono tangibili e ambiziose: catalizzare gli investimenti in tecnologia, smantellare le barriere di ingresso per nuovi entrants, rendere più efficiente il settore pubblico e il sistema giudiziario, e alleggerire la normativa che regola i mercati dei beni, dei servizi e del lavoro. Ciascuno di questi punti rappresenta una tessera di un mosaico più ampio, mirato all’incremento significativo del Pil italiano entro il termine di questo decennio. Secondo alcune stime, il Pil potrebbe testimoniare una crescita tra il 3,5 e l’8 percento grazie alle riforme attuate dal 2011 al 2017.
L’urgenza di riforme è palpabile in diversi settori: dall’energia, con particolare accento sulla distribuzione, fino al delicato tassello dei taxi, passando per l’imperante necessità di una mobilità elettrica più capillare. Al momento, l’Italia stenta a tenere il passo con l’installazione dei necessari punti di ricarica per i veicoli elettrici. Nonostante il numero di queste strutture sia cresciuto, raggiungendo circa 55.000 unità nella primavera del 2024, tali numeri risultano insufficienti rispetto ai 250.000 veicoli elettrici circolanti. Le previsioni indicano una necessità di almeno 115.000 punti di ricarica entro il 2030, a fronte di 3,7 milioni di veicoli elettrici previsti.
Per raggiungere tali obiettivi, l’Antitrust raccomanda una semplificazione normativa che agevoli l’ingresso di nuovi operatori nel mercato delle infrastrutture di ricarica, favorendo una maggiore pluralità di gestori a livello comunale. Questo non solo potrebbe democratizzare il settore ma anche spingere verso un’accelerazione significativa nell’adozione della mobilità elettrica nel paese.
In sintesi, le linee guida proposte dall’Antitrust non solo delineano un futuro desiderabile per l’economia italiana, ma stabiliscono anche una serie di interventi concreti per costruire un ambiente competitivo più equo e dinamico. L’adeguamento del tessuto economico italiano attraverso la stimolazione concorrenziale è un passo fondamentale per un futuro prospero e sostenibile, segnando una ripartenza critica in direzione di un’economia più resiliente e integrata.