Alla COP29 tenutasi a Baku, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso un cauto ottimismo. Indica una crescente, sebbene timida, propensione verso un’accordo internazionale sul clima. Durante l’evento, ha riferito che, nonostante le significative differenze che persistono tra i paesi, si sta cominciando a delineare un terreno comune su cui poter costruire un potenziale accordo globale.
Le divergenze non sono state sminuite da Guterres, ma ha chiaramente sottolineato la necessaria urgenza di superare questi ostacoli per garantire un futuro più sicuro e sostenibile. Ha enfatizzato la necessità di un’ulteriore pressione e di un impegno rinnovato da parte di tutte le nazioni per trasformare le discussioni in decisioni effettive e vincolanti.
La COP29 si profila come un vertice crucialmente strategico nella lotta contro il cambiamento climatico. Le sessioni di negoziazione hanno messo a confronto le priorità economiche immediate dei singoli Stati con la pressante necessità di adottare strategie di mitigazione e di adattamento a lungo termine per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Nonostante la frammentazione delle visioni politiche, l’obiettivo comune rimane quello di stabilire un piano d’azione concreto e universalmente accettato.
Il Segretario Generale ha utilizzato il termine “appetite for agreement,” un gioco di parole che ricorda il titolo dell’album dei Guns N’ Roses “Appetite for Destruction”. Questa non è la prima volta che Guterres attinge al mondo del rock per articolare i suoi pensieri. Già in passato, come alla COP26 di Glasgow, aveva paragonato il riscaldamento globale a una “autostrada per l’inferno”, riprendendo il famoso brano degli AC/DC “Highway to Hell” per evidenziare con impatto la serietà della crisi climatica.
L’abilità di Guterres nel trasmettere messaggi potenti utilizzando riferimenti culturali popolari non fa che sottolineare l’urgenza e l’importanza di questi incontri internazionali. La sua retorica mira a mobilitare un consenso globale, riconoscendo l’importanza critica di ogni singola negoziazione. Etichettare la conferenza come un possibile preludio a un accordo globale non è solo retorico, ma riflette l’ambizione e la speranza del dialogo internazionale.
In sintesi, la COP29 è ancora un cantiere aperto, con molte questioni irrisolte ma anche con segnali di un possibile progresso. Mantenere alto l’interesse e l’impegno di tutte le nazioni rimane una sfida cruciale. I progressi verso un consenso richiedono un equilibrio delicato tra le esigenze economiche immediate e le preoccupazioni ambientali a lungo termine. Nel frattempo, gli occhi del mondo rimangono puntati su Baku, nella speranza che da queste discussioni emerga un nuovo capitolo nella storia della lotta contro il cambiamento climatico, un capitolo che Guterres spera sia caratterizzato da decisioni concrete piuttosto che da semplici dichiarazioni di intenti.