Ad Ancona, un fermento di attività critica si prepara a sfidare il vertice del G7 Salute, previsto dal 9 all’11 ottobre. Il movimento “Not on my body”, rivolto contro le politiche sanitarie promosse dal G7, si annuncia come un crocevia di riflessioni e proteste. Con uno slogan provocatorio, “Il profitto uccide la salute”, la campagna vede la partecipazione di gruppi vari, dalla Rete Azione No G7 agli attivisti locali, uniti nel contestare l’approccio alla sanità che, a loro dire, sacrifica il benessere collettivo sull’altare della privatizzazione e del profitto.
L’area antistante la Mole Vanvitelliana, luogo principale del summit, è stata scelta come simbolo e punto di raccolta delle energie contestatarie. Qui, dal 28 settembre al 12 ottobre, si susseguiranno 11 eventi che comprendono incontri, presidi e manifestazioni. Michele Binotti, uno dei portavoce, descrive l’agenda come un rifiuto radicale del modello di salute propugnato dalle maggiori potenze mondiali, un modello che a loro avviso ignora le esigenze di una gestione sanitaria pubblica e inclusiva.
Il culmine della protesta è previsto per l’11 ottobre con una grande manifestazione in Piazza Cavour, seguita il giorno successivo da una Street Parade denominata “Smash repression”. Questo evento, che combinerà musica e dimostrazione pacifica, vuole simboleggiare una riacquisizione simbolica dello spazio urbano, segnalando il dissenso attraverso l’arte e la partecipazione popolare.
Parimenti significativo è il campeggio organizzato dal 9 al 12 ottobre in via Cupa, che offrirà spazio per tende e camper, richiamando attivisti e cittadini desiderosi di partecipare attivamente alle giornate di mobilitazione.
Questo scenario di contestazione si inserisce in un contesto più ampio, in cui anche il Comune di Ancona ha programmato oltre 50 eventi collaterali, focalizzati su salute e innovazione, dal 3 al 13 ottobre, escludendo i giorni di incontri ufficiali del G7. La città si trasforma quindi in un vero e proprio hub di dialogo e confronto su cosa significhi oggi garantire e gestire la salute pubblica.
Di fronte a questo intenso calendario, i promotori di “Not on my body” non risparmiano critiche alla scelta di Ancona come sede del G7 Salute. Sottolineano il persistente declino del sistema sanitario pubblico nelle Marche, regione che si colloca al dodicesimo posto in Italia per l’accesso alle cure essenziali. Secondo loro, il vertice non potrebbe cadere in un contesto più inopportuno, laddove le politiche sanitarie mostrano già segni di cedimento e disuguaglianza.
In questa cornice, l’iniziativa “Not on my body” non solo sfida le narrazioni dominanti del G7, ma propone anche un’interrogazione profonda su quali valori dovrebbero guidare le politiche sanitarie globali in un mondo in crescente interconnessione. Con un eloquio chiaro e diretto, questo movimento incarna una resistenza che da locale si proietta verso l’universale, questionando le fondamenta stesse di come la salute viene concepita e gestita a livello mondiale. Questi giorni di attivismo e riflessione ad Ancona potrebbero quindi lasciare un segno duraturo, non solo nei dibattiti locali ma nelle discussioni globali sulla sanita.