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Revoca dell’Incremento dell’Età Pensionistica: INPS Rivede i Piani

In ECONOMIA
Gennaio 10, 2025

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha recentemente annullato le modifiche previste che avrebbero innalzato l’età pensionabile e incrementato il requisito contributivo per l’accesso alla pensione anticipata a partire dal 2027. Questa inversione di marcia giunge dopo un’ondata di preoccupazione e contestazione sollevata principalmente dalla CGIL, la quale aveva evidenziato l’improvviso innalzamento dell’età di tre mesi nel 2027 e ulteriori due mesi nel 2029.

Le proiezioni iniziali, che si basavano su simulazioni interne, sono state ritirate in seguito alla constatazione che le stesse non si allineavano con alcuna variazione ufficiale della speranza di vita annunciata dall’ISTAT per gli anni immediatamente successivi. Le simulazioni originali dell’INPS si erano arrogate il compito di prevedere un incremento della longevità senza una puntuale conferma statistica, scenario che ha sollevato le ire sindacali e l’attenzione della politica italiana.

La reazione politica non si è fatta attendere. Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, ha espresso la ferma opposizione della Lega all’estensione dei termini per la pensione, mentre Raffaele Nevi, per parte di Forza Italia, ha sottolineato come le decisioni sul sistema pensionistico debbano essere prerogativa della politica, piuttosto che di una gestione tecnocratica. La situazione ha destato preoccupazioni anche tra le file dell’opposizione, con vari esponenti che hanno criticato l’approccio confuso e precipitoso nel maneggiare questioni di vitale importanza come il diritto alla pensione.

Il dibattito si ricollega ad una questione più ampia, quella dell’effettiva prospettiva della speranza di vita in Italia, particolarmente alla luce delle recenti diminuzioni registrate durante gli anni della pandemia. Si prevede che l’ISTAT pubblicherà nuovi dati questa primavera che potrebbero influenzare le decisioni future riguardo l’adeguamento dell’età pensionabile.

Secondo l’ultimo report della Ragioneria Generale dello Stato, nonostante si prevedesse un aumento progressivo dell’età pensionistica fino a 69 anni e sei mesi entro il 2051, il percorso per raggiungere tale obiettivo potrebbe essere meno lineare del previsto. Tali proiezioni dipenderanno crucialmente dall’andamento demografico e dalla crescita della speranza di vita, dati ancora non pienamente consolidati.

L’INPS, dopo un’interruzione temporanea del sistema, ha ripristinato le simulazioni basandosi sui criteri attualmente vigenti, eliminando ogni riferimento agli incrementi non ancora ufficializzati. Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali, ha rimarcato il ritorno alla normalità nelle operazioni dell’istituto, sottolineando l’importanza di mantenere una comunicazione chiara e trasparente con i lavoratori.

L’incidente ha evidenziato la necessità di un dibattito aperto e informato sulle politiche previdenziali in Italia, sottolineando il delicato equilibrio tra le decisioni economiche e le aspettative sociali. I prossimi mesi saranno cruciali per definire effettivamente il corso delle politiche pensionistiche italiane, in un contesto di incertezze demografiche e economiche che richiede una gestione prudente e previdente.