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Scontro sui Limiti alle Soprintendenze nel Nuovo Decreto Cultura

In POLITICA
Gennaio 31, 2025

L’unione momentanea nel caso Almasri non ha fatto che precedere un acceso divergere di opinioni all’interno della majoranza, con particolare focale sul Decreto Cultura, ora sul tavolo della commissione Cultura della Camera per la sua prima lettura. Questa situazione ha evidenziato una frattura soprattutto tra i ministri Matteo Salvini e Alessandro Giuli.

Il punto di innesco di questa disputa è rappresentato da un emendamento proposto da Gianangelo Bof, esponente della Lega e vicepresidente della commissione parlamentare per la Semplificazione. La sua proposta si concentra sull’attenuazione dei poteri delle Soprintendenze, enti preposti alla tutela del patrimonio artistico e paesaggistico, limitando la loro autorità ad un assenso non più vincolante per una serie di interventi in aree protette, come la realizzazione di strade o l’installazione di infrastrutture pubblicitarie vicino a luoghi di interesse paesaggistico.

La reazione non si è fatta attendere. L’opposizione ha sollevato accuse severe, descrivendo l’emendamento come una minaccia alla conservazione del patrimonio italiano, già da tempo sotto la pressione di interessi di sviluppo urbano e infrastrutturale. Matteo Salvini, da parte sua, ha difeso l’emendamento sui suoi canali sociali, sostenendo che tale proposta è in linea con una politica di “semplificazione e minore burocrazia”, ormai da tempo cavallo di battaglia della Lega, che propone di lasciare ai comuni più autonomia decisionale, escludendo tuttavia i grandi monumenti nazionali.

In un confronto diretto di visioni, il Ministero della Cultura ha manifestato un chiaro dissenso, dichiarandosi nettamente contrario all’emendamento e richiedendone il ritiro. Fonti interne alla Lega hanno annunciato che nonostante l’opposizione del ministero, il partito intende portare avanti la propria linea, forte del sostegno di “migliaia di cittadini, imprenditori e associazioni”. Anche una legge ad hoc sarebbe in preparazione per rafforzare questa posizione.

La tensione all’interno della maggioranza si percepisce anche fra Lega e Fratelli d’Italia, con Federico Mollicone, presidente della commissione e membro di FdI, che potrebbe proporre una modifica che, pur accettando la necessità di un parere delle Soprintendenze, ne revoca il carattere vincolante, in un tentativo di compromesso.

Questa vicenda sottolinea una volta di più come le politiche culturali e di conservazione del patrimonio siano frequentemente nel mirino di dinamiche politiche più ampie. La tutela dei beni paesaggistici e culturali dell’Italia, patrimonio di inestimabile valore, si trova così al centro di un dibattito che pone in opposizione la necessità di protezione contro la spinta verso un’ulteriore deregolamentazione. La commissione Cultura, determinante in questa fase, deve ancora esprimersi definitivamente su questo conflitto di visioni, con una discussione in Aula prevista per la prossima settimana. I riflettori sono quindi puntati sulle prossime mosse parlamentari che decideranno il futuro di alcune tra le più importanti prerogative nella gestione del territorio e del paesaggio culturale del paese.