
Lo stabilimento Stellantis di Atessa, situato nella provincia di Chieti, sta affrontando una nuova sfida dovuta alla diminuzione della domanda di veicoli commerciali, in particolare i furgoni destinati all’uso in camper e quelli a passo corto. La direzione di Stellantis ha confermato il piano per una nuova fase di cassa integrazione, che prevede l’interruzione temporanea delle attività lavorative per un massimo di 800 addetti, interscambio tra 770 operai e 30 impiegati. Questa decisione è stata comunicata alle organizzazioni sindacali durante una riunione indetta per analizzare la delicata situazione attuale.
Questo non solo sottolinea una flessione nelle vendite specifiche a livello locale, ma solleva anche questioni più profonde sulla posizione di Atessa nel contesto più ampio della produzione di Stellantis in Europa. A differenza dei mercati in crescita come gli Stati Uniti, la Polonia e il Regno Unito, dove i volumi di veicoli commerciali leggeri stanno aumentando e la produzione di modelli elettrici è già operativa, il sito di Atessa sembra non tenere il passo con i cambiamenti rapidi e le esigenze del settore.
Alfredo Fegatelli, segretario generale della Fiom provinciale di Chieti, ha espresso una profonda preoccupazione, evidenziando che la riduzione potrebbe non essere attribuibile solo a dinamiche di mercato. È emerso il timore che Atessa possa perdere importanza come nucleo centrale per la produzione di veicoli commerciali leggeri, risultando marginalizzata a favore di altri siti più competitivi all’interno del gruppo Stellantis. In effetti, l’annuncio di nuovi stabilimenti e l’espansione dei reparti produttivi in altri luoghi come Ellesmere Port e Luton nel Regno Unito alimentano questa apprensione.
Nell’immediatezza, l’atmosfera tra i lavoratori è carica di incertezza. Mentre sono previste due settimane di interruzione dall’8 al 21 luglio, precedute e seguite da ulteriori fermi che influenzeranno varie fasi del personale, la situazione appesantisce l’atmosfera già tesa. I sindacati si stanno mobilitando, preparando assemblee informative per discutere delle implicazioni di questi sviluppi e delle strategie possibili per tutelare i diritti e le prospettive lavorative del personale.
Con un futuro incerto e la crescente pressione del mercato globale, la comunità di Atessa si trova di fronte a prove significative. La situazione presso lo stabilimento di Atessa non soltanto pone una serie di sfide immediate per chi vi lavora direttemente, ma rischia anche di impattare l’intero tessuto economico locale, compreso il settore dell’indotto che gravita intorno alle grandi produzioni industriali.
Rimane imperative per Stellantis elaborare una strategia che non solo affronti le fluttuazioni di mercato a breve termine, ma garantisca anche la sostenibilità e la vitalità a lungo termine di uno dei suoi centri produttivi più vitali in Italia. La speranza è che le decisioni future possano riflettere una visione più inclusiva ed equilibrata, che valorizzi il potenziale di tutte le sue risorse umane e industriali, riducendo al minimo l’impato dello spostamento produttivo verso altre regioni o nazioni.