
La scorsa settimana, il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), Antonio Patuelli, ha lanciato un avviso preoccupante riguardante le future dinamiche del superbonus, la misura statale che incentiva le ristrutturazioni edilizie sostenibili. Secondo Patuelli, la decisione delle banche di interrompere l’acquisto dei crediti relativi al superbonus potrebbe mettere a serio rischio la stabilità economica di numerose famiglie e imprese italiane.
Quest’ultimo sviluppo si inquadra in una situazione più ampia, in cui le modifiche apportate alla normativa relativa al superbonus hanno ridotto significativamente la possibilità per le banche di compensare tali crediti con le proprie passività fiscali. Tale cambiamento ha indotto gli istituti di credito a sospenderne l’acquisto, creando una condizione di incertezza per il mercato.
Il superbonus è una misura introdotta nel 2020 per stimolare l’economia post-pandemia attraverso incentivi fiscali per la riqualificazione energetica e sismica delle abitazioni. L’iniziativa ha riscosso un grande successo, generando un significativo impulso economico e creando migliaia di posti di lavoro in tutto il Paese. Tuttavia, la recente restrizione nell’ambito di applicazione dei crediti ha comportato un rallentamento marcato dell’attività.
Patuelli ha espressamente sottolineato che senza una presenza attiva e partecipativa delle banche, principali acquirenti dei crediti derivanti dal superbonus, il sistema è destinato a incontrare gravi difficoltà. L’illusione di un meccanismo di mercato autosufficiente si sta dissolvendo, evidenziando la necessità di trovare nuove modalità per sostenere questo ambito.
Le ripercussioni di questa frenata bancaria non si limitano al settore delle costruzioni, ma si estendono alle famiglie e alle comunità che potrebbero trovarsi in una condizione di vulnerabilità finanziaria crescente, a rischio di non riuscire più a sostenere i debiti contratti per i lavori di ristrutturazione. Ciò potrebbe tradursi in un aumento dei default, con conseguenze dirette non solo sui singoli nuclei familiari o le imprese, ma sull’intero tessuto economico nazionale.
In queste circostanze, si rende imperativa una riflessione profonda da parte dei policy makers, con una possibile rivisitazione delle norme che governano l’acquisto e la cessione dei crediti fiscali. Una strategia sostenibile potrebbe includere il coinvolgimento di altri attori finanziari, come fondi di investimento o società di assicurazione, che potrebbero assumere il ruolo precedentemente ricoperto dalle banche, offrendo nuova liquidità al mercato.
L’appello di Patuelli invita, quindi, a una riconsiderazione urgente delle politiche vigenti, in modo da evitare che una misura importante come il superbonus perda di efficacia o, peggio, si traduca in un fattore di crisi per chi aveva inteso adoperarlo come leva di miglioramento e valorizzazione immobiliare.
L’ambizione del superbonus di proporsi come volano per un’edilizia più sicura e sostenibile merita una chance di riscatto, attraverso una gestione ottimizzata che garantisca la sua lungimiranza e preventi le difficoltà evidenziate dall’Abi. Un compito arduo che richiederà cooperazione e innovazione da parte di tutti gli attori coinvolti.