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Una sentenza attesa.

In ATTUALITA', OPINIONE
Dicembre 17, 2024
Il punto della situazione di Domenico Salerno…..

La recente sentenza della Corte Costituzionale che ha svuotato di contenuti l’autonomia differenziata ha fatto chiarezza su un argomento di fatto realmente divisivo.  Non solo dai partiti di opposizione al governo presieduto dalla Meloni ma anche dalla stessa Forza Italia, era emerso dissenso alle previsioni che Roberto Calderoli e la Lega avevano imposto su un argomento importante fin troppo come quello dell’autonomia differenziata.  Il dissenso era estremamente diffuso nel Paese ed è anche sfociato nella richiesta di referendum popolare che la Cassazione ha dichiarato eseguibile. Una nota di Palazzo Chigi ha fatto sapere che è stato deciso di distribuire un’informativa a tutti i Ministri e rimandare la discussione per un esame più approfondito.  Di fatto La Presidente Meloni ha imposto un arresto al tentativo della Lega di correggere le norme direttamente nella manovra di bilancio per renderle compatibili con i rilievi dell’Alta Corte e proseguire il cammino della controversa normativa.  Finalmente ci si ferma e si riflette su quanto ha espresso la Corte Costituzionale e sulle riserve che i partiti e i cittadini avevano fortemente evidenziato contestando una legge, di fatto invisa, e, a torto o a ragione, partigiana nella sua filosofia e potenzialmente punitiva per il Sud Italia.  Il Ministro Calderoli è anche riuscito a far inserire nel decreto milleproroghe un comma con il quale è stata decretata la fine del Comitato Clep, l’organismo tecnico presieduto dall’ex giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese e del quale facevano parte circa 60 esperti con il compito di delineare i Lep cioè i livelli essenziali delle prestazioni che dovevano garantire in maniera uniforme in tutto il territorio nazionale i diritti sociali e di cittadinanza.  Con questo comma il Ministro ha avocato a sé questo compito cercando così di ridiventare il dominus che tiene in mano tutte le leve dell’autonomia.  Per, fortuna, la Corte Costituzionale ha smontato tutta l’architettura del progetto stabilendo che alcune materie non potranno essere oggetto di trasferimento decisionale alle Regioni.  Si riparte daccapo con buona pace di coloro che avevano tentato anche di esautorare il Parlamento impedendogli di legiferare su questi argomenti. All’orizzonte c’è anche il Referendum Popolare che chiamerà i cittadini ad esprimersi sulla totalità del provvedimento di fatto reso innocuo dalla Corte Costituzionale e finalmente si darà voce alle volontà popolari.

di Domenico Salerno