Nel corso degli Stati generali del servizio pubblico, in una cornice istituzionale che commemora i 70 anni dalla nascita della Rai, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio significativo che ricorda e proietta la funzione del servizio radiotelevisivo pubblico in Italia e oltre. Fondato il 3 gennaio 1954, il servizio pubblico della Rai ha marcato un’epoca definendo un modello di media al servizio della collettività con l’obiettivo di arricchire la vita culturale nazionale e sostenere l’identità democratica italiana.
Il discorso del Presidente va al cuore del dibattito sulla gestione dei media in un’epoca di marcato cambiamento tecnologico. Mattarella, mettendo in luce l’autorevolezza del servizio pubblico e la sua missione di pluralismo, ha sottolineato la necessità di un’informazione che sia responsabile esclusivamente verso i cittadini, finanziatori attraverso il canone, e non soggetta a divisioni interne o esterne che ne minino la credibilità.
“La Rai”, ha detto Mattarella, “deve continuare a essere una fonte di informazione autentica, che riflette una pluralità di voci e prospettive, al riparo da abusi, e deve rappresentare uno spazio di innovazione e professionalità.” La sua missione, quindi, non è solo di informare ma di farlo in maniera che valorizzi la complessità delle dinamiche sociali e politiche.
In un’epoca in cui l’informazione è spesso filtrata e ridotta a logoranti contrapposizioni da algoritmi che influenzano la percezione pubblica, la Rai, come suggerito da Mattarella, si trova di fronte alla sfida di mantenere un’influenza moderatrice e veritiera. Il servizio pubblico risponde a questa sfida con un’impegno rivolto alla veridicità degli eventi, facilitando così un percorso democratico più partecipato e consapevole.
L’atto di bilanciare innovazione tecnologica e responsabilità editoriale ci conduce al cuore del Regolamento dell’Unione Europea per la libertà dei media, ricordato dal Presidente. Tale regolamento mira a proteggere i principi di indipendenza e pluralismo dei media nel cambiamento tecnologico che stiamo vivendo, assicurando che il servizio pubblico possa continuare a svolgere efficacemente il suo ruolo informativo.
Valorizzare la diversità delle esperienze nazionali e confluire negli ideali dell’European Broadcasting Union, di cui la Rai è membro attivo, consente di confrontarsi con realtà mediatiche diverse e di arricchire il proprio mandato di servizio pubblico. La Rai, nel contesto nazionale e transnazionale, si trova quindi a promuovere una cultura mediatica che sia riflessiva, inclusiva e profondamente legata agli ideali democratici su cui si fonda.
A 70 anni dalla sua nascita, la Rai si presenta come un palcoscenico dinamico di dibattiti, culture e innovazioni. Guidata dal principio di pluralismo, come ribadito da Mattarella, l’ente radiotelevisivo pubblico deve attrezzarsi per continuare a svolgere il suo ruolo critico nell’era dell’informazione digitale, evitando che la ‘spartizione’, ovvero la frammentazione interna influenzata da logiche esterne, ne infici la missione storica di servizio alla collettività.
In conclusione, l’intervento del Presidente rappresenta un solenne promemoria della responsabilità sociale e culturale della Rai e, più in generale, dei media di servizio pubblico. Affrontare con risolutezza i cambiamenti dell’epoca tecnologica sarà cruciale per assicurare che il servizio pubblico continui ad essere un faro di informazione equa e pluralistica nel contesto mediatico contemporaneo.