Nell’ultimo scorcio di giornata, le piazze finanziarie europee registrano una chiusura decisamente positiva, trovando impulso anche dai buoni risultati degli indici statunitensi, che avanzano di circa mezzo punto percentuale. Ciò conferma una tendenza al rialzo che si traduce in un miglioramento dell’1% per Francoforte, dello 0,65% per Londra, dello 0,61% per Parigi, dello 0,55% per Milano e dello 0,07% per Madrid.
Mentre l’ottimismo riempie le sale delle borse, il mondo delle commodity mostra segni di affaticamento. Le scorte di petrolio negli USA hanno sorpreso gli analisti, crescendo inaspettatamente e causando una flessione del prezzo del WTI, che scende del 0,6%, attestandosi a 73,14 dollari al barile. Un segno evidentemente negativo per il mercato del greggio che si riflette anche su altre materie prime come il gas naturale, che perde l’1,63% raggiungendo i 38,29 euro per MWh, il ferro con una discesa dello 0,57% a 779,5 dollari la tonnellata, e l’acciaio che cede lo 0,89% situandosi a 3469 dollari la tonnellata. Anche l’oro non è immune dagli effetti di questo clima, mostrando una leggera contrazione dello 0,25%, con il suo prezzo per oncia che scende a 2614,62 dollari.
D’altro canto, il settore valutario vede un incremento per il dollaro, che si apprezza rispetto alle principali valute, raggiungendo i 0,91 euro e 0,76 sterline. Questa risalita del dollaro può essere interpretata come una ricerca di rifugio in un clima di incertezza legato alle materie prime, o come un diretto risultato di politiche monetarie e aspettative inflazionistiche.
Focalizzandosi sui settori di mercato, gli automobilistici mostrano notevole vitalità. Renault vede un progresso del 3,15%, Porsche del 2,38% e Stellantis del 2%. Al contrario, i titoli del settore petrolifero offrono una performance più stagnante, con Eni che registra una leggera perdita dello 0,24%, Bp quasi stabile con un -0,05% e TotalEnergies con un -0,08%; Shell fa eccezione con un modesto +0,14%.
Questa panoramica degli scambi giornalieri racchiude il dinamismo dei mercati finanziari e delle principali commodity, esponendo le vulnerabilità e le forze che movimentano economia e investimenti globali. Le variazioni nei prezzi delle materie prime specialmente segnalano una sensibilità alle novità macroeconomiche e geopolitiche che possono influenzare diverse industrie e le aspettative degli investitori. In conclusione, la giornata si chiude con una Europa in salute nei mercati azionari che, tuttavia, viene sfidata dai venti contrari sul fronte delle risorse naturali e delle commodities. Questi movimenti di mercato sono indice sia delle complesse interdipendenze globali sia delle variegate reazioni degli investitori agli sviluppi economici mondiali.