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Anna Capasso e il Premio “Arcobaleno Napoletano”: arte, solidarietà e il ricordo di Franco Di Mare.

Nell’intervista, Anna Capasso racconta le origini del progetto, nate da una riflessione personale toccante, e il legame speciale con Franco Di Mare, amico e sostenitore del premio sin dalla prima edizione.

Al Teatro Sannazaro di Napoli va in scena questa sera un palcoscenico di emozioni, cultura e solidarietà con il ritorno del premio “Arcobaleno Napoletano”. Ideato tredici anni fa dalla cantante e attrice Anna Capasso, l’evento è ormai diventato un simbolo della lotta contro il melanoma e della valorizzazione delle eccellenze campane. Quest’anno, l’iniziativa si carica di un significato ancora più profondo, dedicando la serata alla memoria del giornalista Franco Di Mare, figura amata per la sua professionalità e sensibilità. Nell’intervista, Anna Capasso racconta le origini del progetto, nate da una riflessione personale toccante, e il legame speciale con Franco Di Mare, amico e sostenitore del premio sin dalla prima edizione. Con il contributo di volti noti del mondo dello spettacolo e della scienza, l’Arcobaleno Napoletano vuole essere un messaggio di speranza e prevenzione, dimostrando come cuori diversi possano battere all’unisono per una causa comune. Tra sfide organizzative e nuovi obiettivi, Anna Capasso continua a costruire ponti tra mondi apparentemente lontani, unendo arte, medicina e solidarietà in un evento unico nel suo genere.

Il premio l’Arcobaleno Napoletano è diventato un simbolo importante di solidarietà e cultura. Cosa significa portare avanti questa iniziativa, e quali emozioni si provano nel dedicarla quest’anno alla memoria del giornalista Franco Di Mare?

L’iniziativa nasce tredici anni fa da un controllo di routine annuale dei nei. Avendo una amicizia particolare con il prof. Paolo Ascierto, parlando con lui quel giorno non lo vedevo brillante come era di solito, perché Paolo è uno di quegli oncologi che anche quando ti dicono una brutta notizia lo fanno con un umore buono per darti sempre la speranza che tutto può essere cambiato, tutto può essere annullato con la giusta terapia. Però, quel giorno, lo vedevo molto preoccupato, mi disse: “giù sta morendo una ragazza della tua stessa età, io non so più cosa fare perché ho già fatto tutto l’iter”. Da quella sera mi è scattato un mondo perché sono una persona molto sensibile e poi perché viviamo questo problema sempre molto distante. Nella realtà, il melanoma potrebbe essere dietro la porta. Poi ti domandi e fossi io al posto di quella ragazza? Andai a casa impietrita e mi dissi, devo fare qualcosa! Tredici anni fa questa patologia non era ben conosciuta. E soprattutto, non era divulgata la notizia che poteva generarsi anche dal sole preso male o che il sole può aumentare la patologia. Così nacque l’Arcobaleno Napoletano, per premiare tutte le eccellenze della Campania e Franco Di Mare venne chiamato per essere il conduttore.

Qual è il tuo ricordo di Franco Di Mare?

Franco è rimasto amico negli anni. Ho un ricordo indelebile perché quando andavo in RAI a fare le ospitate lo ritrovavo improvvisamente in sala trucco, mi veniva a salutare. Franco non ha mai dimenticato gli amici e in particolare quelli di Napoli. Era una persona che ricordava sempre chi aveva stimato e lo avevano stimato. Il suo ricordo è indelebile perché ha sempre creduto nella ricerca. Una persona molto buona, generosa, disponibile, sempre pronto a dare una mano ai piu’ deboli.

La serata al Teatro Sannazaro vede la partecipazione di numerosi volti noti dello spettacolo e della scienza. Come si crea un ponte tra questi mondi diversi, e quale messaggio speri che il pubblico possa cogliere da questa unione?

Sono mondi distanti ma con cuori molto vicini.

Organizzare un evento di questa portata richiede grande impegno e visione, quale è stata la sfida piu’ grande per questa edizione?

Ogni anno ci poniamo sempre degli “obiettivi-sfida” perché nell’Arcobaleno Napoletano non ci sono dei vincitori né vinti. Nel senso che non è una gara, ma un messaggio che vogliamo lanciare. Far comprendere che conserva sempre lo stesso spirito, ossia quello di valorizzare l’importanza della prevenzione che rappresenta la maggior cura per questo terribile male. Tutte le donazioni raccolte durante la serata saranno devolute alla Fondazione Melanoma.

Grazie

di Giuseppe di Giacomo