1067 views 7 mins 0 comments

Architettura senza confini: l’eredità di Carmine Colucci tra radici italiane e visioni globali.

In AVELLINO, CAMPANIA, CULTURA, INSERTI CULTURA
Aprile 17, 2025
La sua opera si distingue per l’attenzione al contesto urbano, il rispetto del patrimonio storico e una costante ricerca di soluzioni innovative e sostenibili.
Colucci e Kenzo Tange

L’architetto Carmine Colucci, originario di Mugnano del Cardinale e attivo ad Avellino, ha lasciato un’impronta profonda nel panorama architettonico italiano grazie a un approccio progettuale capace di coniugare tradizione e contemporaneità. La sua opera si distingue per l’attenzione al contesto urbano, il rispetto del patrimonio storico e una costante ricerca di soluzioni innovative e sostenibili. Colucci ha avviato la sua carriera in un periodo particolarmente delicato per la Campania, segnato dal sisma del 1980. In tale contesto, il suo lavoro ha acquisito un significato ulteriore: ricostruire non solo edifici, ma identità collettive. La sua architettura si è fatta strumento di rinascita, capace di restituire dignità ai luoghi e qualità alla vita urbana. Tra i rapporti professionali più significativi, va ricordata la collaborazione con Massimo Pica Ciamarra, architetto di fama internazionale autore di opere iconiche come il Palazzo di Giustizia e le Torri ENEL al Centro Direzionale di Napoli. Insieme hanno condiviso una visione dell’architettura orientata alla sostenibilità ambientale e all’integrazione con il tessuto urbano. Importante anche il riconoscimento accademico ricevuto dal prof. Renato De Fusco, storico dell’architettura di riferimento della scuola napoletana, che ha sottolineato come l’opera di Colucci riesca a mantenere un delicato equilibrio tra ricerca storica e sperimentazione progettuale. La figura di Colucci è stata apprezzata anche in ambito politico: Ciriaco De Mita ne ha evidenziato la capacità di interpretare le esigenze del territorio con soluzioni architettoniche radicate nella storia locale, mentre Nicola Mancino ha sottolineato l’impatto delle sue opere nella riqualificazione culturale e funzionale della provincia di Avellino. A livello internazionale, Colucci ha avuto modo di confrontarsi con figure di rilievo come Kenzo Tange, durante l’incarico di quest’ultimo per il Centro Direzionale di Napoli, e Gae Aulenti. Le sue opere hanno raggiunto anche il Qatar e il Canada, testimoniando una visione progettuale aperta e multiculturale.

GAE AULENTI cena a Casablanca

Le opere principali: tra restauro e nuova progettazione

Palazzo Testa – Avellino. Situato in Piazza Libertà, Palazzo Testa è un esempio emblematico dell’approccio di Colucci al restauro: un intervento rispettoso della struttura originaria settecentesca e degli elementi ottocenteschi, arricchito da un nuovo prospetto moderno sul retro, dominato da un grande vuoto scenografico che ne ridefinisce l’identità senza tradirne la storia.

Castello di Avellino. Il restauro del Castello longobardo ha restituito dignità a una struttura millenaria, consolidando le parti esistenti e reintegrando le lacune con materiali compatibili. L’intervento ha valorizzato le stratificazioni storiche, restituendo al castello un ruolo centrale nella vita culturale cittadina.

Complesso Monumentale Ex Carcere Borbonico – Avellino. Trasformato in polo museale, l’ex Carcere Borbonico (1826), ispirato al Panopticon benthamiano, è stato oggetto di un restauro conservativo che ha permesso la riconversione dei bracci detentivi in spazi culturali. L’intervento ha previsto anche la copertura del fossato per migliorare la viabilità urbana, preservando l’integrità storica del complesso.

Rettorato dell’Università di Salerno – Fisciano. Nel campus di Fisciano, l’edificio del Rettorato si distingue per l’equilibrio tra funzionalità e armonia paesaggistica. Colucci ha progettato un luogo di incontro e interazione, in cui volumi e materiali dialogano con l’ambiente naturale e il contesto accademico.

Centro Commerciale – Avellino. Realizzato tra il 1985 e il 1991 su una superficie di 20.000 mq, il centro commerciale di Avellino è uno dei primi esempi in Campania di struttura polifunzionale integrata nel tessuto urbano. L’uso di forme geometriche pure, cemento, acciaio e rame esprime l’estetica rigorosa e funzionale dell’architetto.

Università di Napoli “Federico II” – Progettazione di due aule da 400 posti; allestimento dell’Aula Magna a Monte Sant’Angelo; riorganizzazione funzionale del Complesso dello Spirito Santo per la Facoltà di Architettura.

Università di Roma “La Sapienza” – Adeguamento funzionale del Palazzo del Rettorato e realizzazione della sala del Senato Accademico per il VII Centenario (2005-2006).

Università di Napoli, Facoltà di Farmacia – Aule e spazi segreteria in sopraelevazione alla stazione metropolitana di Cappella Cangiani.

Università della Basilicata – Progetto per la Casa dello Studente a Potenza (2002-2005).

Comune dell’Aquila – Riqualificazione dell’ex Liceo Scientifico per la nuova sede degli uffici comunali (2001-2003).

Comune di Trenzano (BS) – Recupero della Cascina ex Urbani in località Cossirano.

Ministero dei Beni Culturali – Progetto per la messa in sicurezza del costone a mare di Punta Epitaffio a Bacoli (2012), nell’ambito della programmazione triennale dei lavori pubblici, in collaborazione con ENG srl.

L’eredità lasciata da Carmine Colucci è oggi tangibile nei numerosi edifici che continuano a vivere e a dialogare con le comunità. La sua architettura è sempre stata al servizio del luogo: mai autoreferenziale, sempre in ascolto. Un’opera che è sintesi di memoria e visione, di tecnica e poesia. In un’epoca in cui l’identità urbana rischia spesso di perdersi tra omologazione e consumo, Colucci ha dimostrato che costruire è anche un atto di responsabilità culturale.

Un sentito ringraziamento va al figlio arch. Marco Colucci e a tutta la famiglia, che con generosa disponibilità hanno aperto l’archivio dell’architetto Carmine Colucci, offrendo un prezioso contributo alla valorizzazione del suo lavoro e alla memoria collettiva. Un gesto di grande valore culturale, che permette di riscoprire e condividere una visione architettonica capace di attraversare il tempo e i confini.

di Giuseppe Di Giacomo

author avatar
Giuseppe Di Giacomo