Se dopo soli 100 giorni per un governo nazionale è il tempo per tracciare un bilancio delle attività svolte, crediamo sia lecito ed oltre modo auspicabile, trascorsi ben 7 mesi dall’insediamento, chiedere alla nuova guida del gestore Alto Calore Servizi, nella persona dell’avvocato Antonello Lenzi, di rendere nota alle organizzazioni sindacali di categoria la condizione reale in cui versa l’Azienda e, soprattutto, le prospettive che riguardano lavoratori e lavoratrici di Alto Calore Servizi. La questione è talmente importante e grave da richiedere un intervento superiore, a sostegno della rappresentanza aziendale RSU. Se il rifiuto o l’accettazione del piano concordatario prefigurano scenari completamente diversi, tanto da richiedere attesa per l’esito, lo stesso, a nostro avviso, sarebbe dovuto valere per l’adozione di scelte che, anche se solo annunciate, costituiscono un incomprensibile slancio verso ulteriori spese da sostenere per un’Azienda già in forte crisi economica e finanziaria. Sarebbe stato meglio attendere ulteriori sviluppi, specie dopo il recente sequestro preventivo operato dalla Procura della Repubblica di Avellino, anziché pubblicare un Bando per un Direttore Generale, per un compenso annuo di 150mila euro. Allo stesso modo risultano assolutamente non condivisibili le dichiarazioni rese a mezzo Stampa, dall’avvocato Lenzi che in qualità di Amministratore Unico ha annunciato l’esternalizzazione del Servizio di lettura dei misuratori idrici, con un inevitabile ulteriore aggravio di spese per Alto Calore Servizi. Una scelta, quest’ultima non condivisibile da questa Sigla non solo per i costi da sostenere ma perché non tiene conto di una necessaria concertazione sindacale per una riorganizzazione dei Servizi già esistenti e del Personale dipendente. All’ultimo tavolo sindacale, oltre un anno fa, questa Organizzazione ha fortemente contestato la scelta di trasferire ben 50 unità lavorative di Alto Calore Servizi, considerate esuberi dal predecessore Amministratore Unico Ciarcia ad una fantomatica Società privata del Beneventano. Visti gli apprezzamenti e i richiami alla gestione precedente, da parte dell’attuale Amministratore di Corso Europa, sarebbe stato meglio aprire un tavolo di concertazione permanente sul territorio per discutere del futuro della gestione dei Servizi idrici in Irpinia e Sannio, coinvolgendo le Segreterie regionali e provinciali di categoria e tutte le forze istituzionali e politiche interessate, mostrando concretamente discontinuità con il passato, aprendo una nuova stagione di impegno e di trasparenza. E’ la richiesta che CISALFEDERENERGIA ha avanzato presso la Prefettura di Avellino nel giugno e luglio 2023, costretta ad attivare una procedura di raffreddamento, con l’Amministrazione Ciarcia per ben due volte assente nonostante gli inviti dell’allora Prefetto di Avellino, dottoressa Paola Spena. Con la nuova amministrazione guidata dall’avvocato Lenzi l’attesa per la decisione della sezione fallimentare del Tribunale di Avellino avrebbe dovuto comportare, a nostro avviso, il congelamento di ogni forma di esternalizzazione utilizzando al meglio le numerose risorse interne, un percorso possibile solo attraverso il dialogo e la concertazione. Alto Calore Servizi per poter risorgere, così come avviene in altre realtà dove questa sigla, CISALFEDERENERGIA, è rappresentata; Acquedotto Pugliese e ACEA non necessitano di presentazioni circa gli utili che ricavano con la gestione delle risorse idriche, tra l’altro AQP distribuisce acqua proveniente da sorgenti irpine. Le scelte sbagliate della politica e le scadenti conseguenze di essa non possono e non devono ricadere sui cittadini, né tantomeno sui dipendenti: la storia di oltre 200milioni di euro di debiti, di cui circa 70 milioni accumulati in soli tre anni da Alto Calore Servizi, dopo la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura, attende risposte e, soprattutto, proposte concrete. Qualunque sarà la decisione del Tribunale di Avellino CISALFEDERENERGIA è consapevole di essere chiamata ad un impegno straordinario, auspicando una larga condivisione ed una concertazione sindacale e istituzionale per la difesa dei posti di lavoro e del Servizio erogato in Irpinia e Sannio.
dalla redazione