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Bonus Casa: la sfida della residenza nel nuovo quadro normativo

In ECONOMIA
Gennaio 25, 2025

La recente revisione della legge di bilancio ha apportato modifiche significative riguardo il sistema di detrazioni fiscali per la ristrutturazione immobiliare, inserendo una distinzione criticabile tra prima e seconda casa che rischia di penalizzare numerosi acquirenti. Tradizionalmente, i bonus casa sono stati un potente incentivo per la riqualificazione urbana e il rinnovamento del patrimonio immobiliare italiano, ma le nuove disposizioni potrebbero ostacolare questo processo.

Con il nuovo schema di incentivi, la detrazione sarà del 50% per interventi sulla “prima casa”, mentre si riduce al 36% per la “seconda casa”. Questo potrebbe sembrare un approccio ragionevole per favorire l’investimento in residenze principali, ma porta con sé una serie di complicazioni pratiche soprattutto per chi acquista un immobile con l’intenzione di farne la propria abitazione principale e deve avviare lavori di ristrutturazione.

Il nodo cruciale è la definizione di “prima casa”. Per usufruire del più generoso sconto del 50%, l’immobile deve essere registrato come residenza principale del proprietario. Tuttavia, non è raro che una casa acquistata necessiti di significativi interventi di ristrutturazione prima che possa effettivamente diventare abitabile e registrabile come residenza principale. Durante questo periodo di transizione, il proprietario rischia di vedersi applicare la detrazione inferiore prevista per le “seconde case”.

La problematica è stata sollevata dalla Confedilizia, che ha chiesto chiarimenti normativi. Essi propendono per un’interpretazione simile a quella che l’Agenzia delle Entrate aveva adottato per il superbonus nel 2023. In quello scenario, era consentito che una proprietà non registrata come residenza principale all’inizio dei lavori potesse comunque beneficiare della detrazione più elevata, a condizione che la situazione venisse regolarizzata al termine degli interventi.

Questa discrepanza normativa non solo complica la vita agli acquirenti e ristrutturatori, ma potrebbe anche avere un impatto negativo sul mercato immobiliare e sulle dinamiche urbane. Incentivi fiscali efficaci e senza ambiguità sono cruciali per stimolare gli investimenti in immobili di qualità, migliorando così il tessuto abitativo e energetico delle città.

Per affrontare questa sfida, è fondamentale che i legislatori considerino le reali dinamiche del mercato immobiliare e le necessità dei cittadini. Una possibile soluzione sarebbe modificare la legislazione per permettere che la detrazione più alta sia applicata retroattivamente una volta che l’immobile è registrato come residenza principale, indipendentemente dalla sua condizione all’atto dell’acquisto.

In conclusione, mentre la ristrutturazione del sistema di bonus casa mira a prioritizzare l’investimento nelle abitazioni principali, è essenziale che la normativa sia flessibile e attenta alle realtà degli acquirenti e ai tempi tecnici di ristrutturazione. Solo così si potrà garantire che gli incentivi fiscali continuino a svolgere il loro ruolo di catalizzatori di sviluppo urbano e sociale, senza creare disparità ingiustificate o ostacoli burocratici inutili.