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Campania, De Luca sopprime l’ARLAS in piena campagna elettorale.

In CAMPANIA, IN EVIDENZA, POLITICA
Settembre 17, 2025
La Giunta approva la delibera n. 604 del 2025: chiude l’Agenzia Regionale per il Lavoro. Nessun piano alternativo annunciato, mentre resta irrisolto il nodo delle politiche occupazionali.

Colpo di scena a poche settimane dal voto. Con la delibera n. 604 approvata il 17 settembre, la Regione Campania ha disposto la soppressione dell’ARLAS, l’Agenzia Regionale per il Lavoro. Una decisione che chiude un’esperienza amministrativa durata oltre dieci anni, erede degli uffici dell’impiego voluti a suo tempo dal ministro democristiano Carlo Donat Cattin.   L’ARLAS era stata istituita con l’obiettivo di coordinare le politiche attive sul territorio regionale: monitoraggio dell’occupazione, percorsi di formazione, servizi per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Funzioni centrali in una regione che da anni registra i più alti tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile.   La Giunta motiva la soppressione con esigenze di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica. Tuttavia, la scelta – maturata senza un dibattito pubblico significativo – solleva interrogativi cruciali: quali strutture raccoglieranno l’eredità dell’Agenzia? Quale destino avranno i servizi finora garantiti? E, soprattutto, che impatto avrà sui cittadini in cerca di occupazione?  Il deputato Gianfranco Rotondi ha denunciato “il clima di silenzio” che ha accompagnato la decisione, sottolineando la mancanza di un confronto pubblico e di un piano alternativo comunicato alla cittadinanza.   Non è la prima volta che l’ARLAS finisce sotto accusa. Già durante il primo mandato del presidente uscente Vincenzo De Luca, l’Agenzia era stata inserita tra gli enti considerati “inutili” nell’ambito di una spending review regionale. Ma la chiusura effettiva arriva soltanto ora, in un momento politicamente delicato.   La soppressione dell’ARLAS riapre il dibattito sul futuro delle politiche del lavoro in Campania. L’assenza di un modello alternativo annunciato rischia di trasformare l’operazione in una semplice dismissione, lasciando scoperto un settore strategico per lo sviluppo regionale.  Mentre i candidati si confrontano soprattutto su equilibri interni e leadership delle coalizioni, la questione occupazionale sembra rimanere in secondo piano. Eppure, in una regione dove l’astensionismo cresce e la distanza tra cittadini e istituzioni appare sempre più marcata, il lavoro resta il nodo centrale.  Gli elettori campani, prima di recarsi alle urne, chiedono chiarezza: non solo sui nomi in campo, ma soprattutto su programmi e priorità che guideranno la prossima Giunta regionale.

di Marco Iandolo