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Centrodestra senza bussola democristiana: l’allarme del presidente Dc.

In OPINIONE, POLITICA
Luglio 05, 2025
Rotondi: “Il tempo per rimediare c'è ancora, ma la finestra si restringe”.

“Il contributo dei democristiani al centrodestra è largamente al di sotto delle loro potenzialità, il che non è un problema per loro, che sopravvivono, ma per il centrodestra, che rischia di perdere le regionali e poi le politiche. Ecco, l’ho detto”. Con queste parole, affidate a un post su Facebook, il presidente della Democrazia Cristiana e deputato di Fratelli d’Italia, Gianfranco Rotondi,lancia un duro monito alla coalizione di governo.  Un segnale d’allarme che arriva in un momento in cui il centrodestra si prepara a una nuova tornata elettorale, ma mostra segni di disarticolazione interna, soprattutto sul fronte delle componenti storiche. In particolare, quella democristiana, che secondo il deputato irpino risulta oggi “sostituita da un impresentabile spezzatino”, privo di coesione e peso politico.  Nel suo intervento, Rotondi  sottolinea come l’attuale quadro politico – sebbene favorisca sulla carta la coalizione di centrodestra – non sia affatto definitivo. Al contrario, l’assenza di una componente centrista solida e riconoscibile rischia di compromettere seriamente l’equilibrio della coalizione, soprattutto in un sistema che si va delineando sempre più a vocazione maggioritaria, dove la dispersione di voti può risultare fatale.  Ma il messaggio non è solo un’analisi strategica: è anche una presa di posizione personale. “Una volta tanto possiamo denunciare un errore indicando anche i colpevoli: gli ultimi democristiani presenti in Parlamento”, scrive Rotondi. Un’accusa diretta a chi, secondo lui, non ha fatto la propria parte per ricomporre l’area cattolica-moderata all’interno del centrodestra. “Io – afferma ancora il parlamentare Dc – ho fatto tutti i passi indietro necessari a favorire una ricomposizione, mi pare però che non sia affatto avvenuta”.  Parole che suonano come un j’accuse nei confronti di un’intera classe dirigente centrista, incapace di unirsi e incidere sul piano nazionale. E che aprono interrogativi sul futuro del centrodestra e sulla sua capacità di mantenere la propria egemonia politica senza una delle sue anime storiche.  Il rischio, per il deputato, è che l’assenza di una Dc rinnovata e unita finisca per diventare il tallone d’Achille di una coalizione altrimenti competitiva. Il tempo per rimediare c’è ancora, ma la finestra si restringe.

di Marco Iandolo

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Marco Iandolo