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Crisi Industriale Tedesca: Impatto sui Tassi di Interesse BCE e Confronto con la Politica Monetaria della Fed

In ECONOMIA
Gennaio 08, 2025

La situazione economica della Germania sta rapidamente deteriorando, con un’impressionante contrazione degli ordini industriali a novembre che ha registrato una flessione del 5,4%, ben oltre le aspettative che indicavano solo uno 0,2%. Questo declino, accentuato da problemi strutturali e uno shock energetico scaturito dal conflitto in Ucraina, si traduce in una recessione industriale che perdura ormai da tre anni e prosegue il suo effetto domino nell’intera zona euro. Questa dinamica, purtroppo, non risparmia nemmeno il tessuto industriale italiano, in calo da due anni.

La performance negativa dell’industria germanica sta spingendo la Banca Centrale Europea (BCE) verso una politica di maggiore accomodamento monetario, con prospettive di taglio dei tassi di interesse già nel primo trimestre dell’anno. Questa manovra si prevede sia un tentativo di sostenere l’economia, offuscando temporaneamente le preoccupazioni di un’escalation inflazionistica che aveva focalizzato l’attenzione nei mesi precedenti.

Dall’altra parte dell’oceano, la Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti mantiene un atteggiamento prudente. Contrariamente alle aspettative di un allentamento della politica monetaria, le minute della sua riunione di dicembre alludono a una maggiore cautela e suggeriscono la possibilità di mantenere i tassi stabili a fronte di rischi inflazionistici persistenti. Questa discrepanza nelle politiche monetarie accentua le tensioni nel mercato valutario, spingendo la coppia euro/dollaro a livelli vicini ai minimi degli ultimi tre anni.

Il clima di incertezza è ulteriormente alimentato dalle dichiarazioni protezionistiche del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che, con una serie di commenti e politiche favorevoli all’imposizione di dazi, aumenta la volatilità dei mercati finanziari internazionali. La sua critica contro specifiche nazioni e settori, come l’energia eolica, non fa che esacerbare la situazione, portando notevoli oscillazioni nei prezzi delle azioni di colossi del settore come Siemens e Vestas.

In aggiunta, la prospettiva di nuovi dazi universali incute timore tra gli esportatori europei e influisce negativamente su conglomerati come Stellantis, che ha visto un calo significativo del valore delle sue azioni. In contrasto, aziende del settore della difesa, come Rheinmetall, beneficiano della politica di spesa difensiva promossa da Trump, evidenziando come le politiche geopolitiche abbiano ripercussioni dirette ed immediate sui mercati globali.

Guardando al futuro, la BCE si trova di fronte a un bivio: da una parte l’urgenza di stimolare un’economia in rallentamento, dall’altra il bisogno di monitorare attentamente l’andamento degli indici di prezzo per evitare un surriscaldamento inflazionistico. Nel frattempo, la Fed sembra intenzionata a rimanere in una posizione di attesa, ponderando ogni decisione alla luce delle dinamiche inflazionistiche e della crescita economica.

Il divergente approccio tra le due principali banche centrali sottolinea una complessità crescente nel landscape finanziario globale, con potenziali implicazioni a lungo termine per investitori e policy makers a livello internazionale.