
Il 8 e 9 giugno a San Luca non si svolgeranno le consuete elezioni comunali previste per rinnovare gli incarichi di sindaco e consiglio comunale. Il motivo risiede nella totale assenza di candidature per la carica di sindaco, una situazione che costringerà la cittadina a essere governata nuovamente da un commissario prefettizio.
La decisione di Bruno Bartolo, il sindaco uscente, di non proporsi per un altro mandato chiude un capitolo della vita politica di questa comunità di quasi 3.500 anime, situata nel cuore di una delle aree più complesse della Calabria. Eletto nel 2019, Bartolo aveva preso le redini del comune dopo un analogo periodo di commissariamento dovuto sempre alla mancanza di candidati. La sua rinuncia a ricandidarsi, come annunciato, verrà spiegata dettagliatamente in un incontro pubblico previsto per il 21 maggio, dove condividerà le ragioni politiche, personali e professionali che hanno influenzato la sua decisione.
San Luca, pur essendo un piccolo centro, porta con sé una pesante eredità storica di incursioni della criminalità organizzata, in particolare la ‘ndrangheta. La località era infatti inclusa nel cosiddetto “triangolo dei sequestri” insieme a Platì e “Natile” di Careri, un’area notoriamente turbolenta per quanto riguarda la sicurezza pubblica e l’ordine legale. La mancanza di una figura di sindaco potrebbe teoricamente rendere la comunità più vulnerabile alle influenze esterne negative, ma è anche un’espressione palpabile del disagio e della sfiducia che può pervadere una popolazione quando le figure politiche scarseggiano o si ritirano.
Il commissariamento, sebbene venga visto come una misura di emergenza, non è nuovo per i cittadini di San Luca. Tuttavia, esso pone numerosi interrogativi sul futuro amministrativo e politico del comune, sulle strategie di lungo termine per garantire una governabilità efficace e sulla capacità di attrarre nuove figure pronte a impegnarsi per il bene della comunità.
In un contesto più ampio, questo evento solleva questioni significative circa le dinamiche politiche nelle piccole comunità italiane, spesso schiacciate tra le esigenze di rappresentanza democratica e le difficoltà pratiche legate all’ingaggio politico in aree a forte presenza mafiosa. La politica locale, in aree come queste, non è solo una questione di gestione amministrativa, ma diventa un barometro della resistenza civica e dell’integrità della società civile.
Nelle prossime settimane, mentre gli occhi saranno rivolti all’incontro con Bartolo e alle mosse del governo centrale, San Luca rimarrà un caso studio significativo sulla salute della democrazia nelle piccole realtà, sulla resilienza delle comunità di fronte alle avversità e sulla capacità di auto-rinnovamento in assenza di leadership tradizionale. La risposta di questa piccola comunità alle sue attuali sfide potrebbe offrire spunti cruciali per comprendere e affrontare problemi simili in altre zone d’Italia e del mondo.