
In Italia, il risparmio riveste un ruolo doppio: è una protezione contro imprevisti futuri e al contempo una risorsa cruciale per gli investimenti economici. Tuttavia, nonostante il suo valore sia elevato – stimato in circa 5.000 miliardi di euro – cresce il fenomeno del trasferimento di queste risorse all’estero, una tendenza alimentata dalla pesante tassazione nazionale. Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), sottolinea come il fisco spinga molti risparmiatori a cercare mercati più favorevoli oltralpe.
Questa situazione emerge con particolare rilievo nel contesto della centesima Giornata mondiale del risparmio, celebrata sotto l’egida dell’ACRI, l’Associazione delle cassa di risparmio e fondazioni bancarie. Durante l’evento, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato come quasi la metà degli italiani sia ormai incapace di accantonare denaro, creando disparità economiche preoccupanti. È stato enfatizzato il ruolo del risparmio non solo come necessità individuale ma anche come propulsore di sviluppo economico, in linea con quanto sancito dall’articolo 47 della Costituzione.
La critica situazione italiana in termini di capacità di risparmio è aggravata dall’attuale regime fiscale: un’aliquota ordinaria del 26% su interesse, canoni e altri rendimenti, a cui si aggiungono altre imposte che incidono direttamente sulla crescita personale e collettiva. Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha evidenziato che solo una frazione del risparmio privato, che supera i 400 miliardi annui, è attualmente reinvestita nel sistema produttivo nazionale.
Un cambiamento in questa dinamica è imperativo. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’esigenza di creare un ambiente normativo e amministrativo capace di facilitare l’accesso al mercato dei capitali, diversificare gli strumenti di investimento disponibili in termini di rischio, rendimento e orizzonte temporale, nonché attirare così nuovamente i capitali dei risparmiatori verso investimenti interni.
Questo tema tocca anche il più ampio contesto europeo; l’Europa è chiamata a competere con potenze come gli Stati Uniti e la Cina nell’ambito delle tecnologie verdi e digitali, della sicurezza e delle infrastrutture. Di conseguenza, secondo Giorgetti, è essenziale l’introduzione dell’Unione dei Capitali, oltre a promuovere ingenti investimenti privati, vista la scarsità delle risorse pubbliche e l’alto livello di indebitamento di molti Stati membri.
Paradossalmente, le banche italiane si trovano in una posizione relativamente stabile, con buoni livelli di capitalizzazione e profitto. Ciò dimostra che il settore bancario potrebbe peformare ancora meglio se fosse supportato da un risparmio privato più robusto e meglio incentivato.
Questa analisi mostra chiaramente che il risparmio italiano, pur essendo una risorsa potentissima, è sotto sfruttato a causa di scelte politiche e fiscali che ne limitano il potenziale di reinvestimento nell’economia nazionale. La sfida per il futuro non è solamente economica, ma anche politica e sociale, richiedendo un ripensamento complessivo dell’approccio alla gestione del risparmio di un intero Paese.