In un contesto internazionale caratterizzato da incertezze crescenti, le borse europee hanno marciato in territorio negativo, aggravate ulteriormente da un avvio poco promettente di Wall Street. Il panorama borsistico statunitense, già appesantito dall’anticipazione degli orientamenti sulla politica monetaria della Federal Reserve e dai nuovi dati sull’inflazione in USA, ha influenzato pesantemente anche i mercati europei.
La giornata si è dimostrata particolarmente sfavorevole per la Borsa di Milano, che ha registrato un calo significativo dell’1,8%, posizionandosi come la peggiore performer tra le controparti europee. Il Ftse Mib, l’indice di riferimento della borsa milanese, ha chiuso a 33.949 punti, riflettendo un sentimento negativo che ha pervaso l’ambiente investitoriale.
La tensione si è sentita anche nel mercato obbligazionario, dove lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è salito fino a 150 punti base, per poi assestarsi a 147. Il rendimento del titolo decennale italiano ha toccato il picco del 4,16% prima di ritracciare leggermente al 4,11%, un indicatore della crescente preoccupazione degli investitori verso il debito nazionale.
Allo stesso tempo, la Francia ha visto salire lo spread dei suoi titoli di stato rispetto ai Bund ai massimi dal 2020, sebbene le voci di una possibile dimissione del presidente Emmanuel Macron siano state prontamente smentite. Nonostante ciò, l’acuirsi delle tensioni politiche nel continente, in seguito alle recenti elezioni, ha contribuito a mantenere alto il livello di incertezza, spingendo gli investitori verso asset considerati più sicuri.
Nel tessuto più ampio dell’economia europea, anche i mercati di Parigi, Francoforte e Londra hanno subito perdite, chiudendo rispettivamente a -1,07%, -0,6% e -0,94%. Questo ribasso collettivo rispecchia un clima di generale prudenza, in un periodo in cui la politica monetaria delle principali banche centrali suscita dubbi e speculazioni.
In aggiunta, la moneta unica europea, l’euro, ha registrato un ulteriore calo, raggiungendo livelli inferiore a 1,0721 dollari, una diminuzione dello 0,4% rispetto alla giornata precedente. Questo deprezzamento riflette le attuali preoccupazioni sul potenziale rallentamento economico della zona euro e l’effetto delle politiche monetarie in transizione.
Le dichiarazioni di Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, che ha allontanato la prospettiva di una riduzione dei tassi “lineare”, hanno aggiunto ulteriori incertezze. In questo complesso panorama economico e finanziario, gli occhi restano puntati sulla Fed, con gli investitori che attendono con ansia indicazioni su come intende navigare attraverso queste acque turbolente.
In conclusione, questa giornata si è dimostrata emblematica delle sfide che le economie europee stanno affrontando in questo delicato periodo di transizione. Tra tensioni politiche, attese per le politiche monetarie e reazioni dei mercati, è chiaro che il cammino verso una stabilità finanziaria è ancora irto di ostacoli e incognite.